12 Dicembre 2022
"Italian Connection", così definito dalla magistratura Belga, lo scandalo della tela di Panzieri del Parlamento Europeo, di cui sarebbe filo conduttore Antonio Panzieri. Convalidati all'arresto oltre all'ex-eurodeputato, altre tre persone coinvolte nell'inchiesta: Eva Kaili, sospesa dal ruolo di vicepresidente dell'Eurocamera, il compagno Francesco Giorgi, assistente parlamentare, e Niccolò A. Figà-Talamanca, della ong No Peace Without Justice. L'accusa da parte della giustizia belga, a fronte di un ritrovamento di "sacchi di banconote" in casa della Kaili riguarderebbe la partecipazioni a organizzazioni criminali, riciclaggio e corruzione. Smentita e definita infondata dal Ministero degli Esteri del Qatar "qualsiasi associazione del governo qatariano con le accuse riportate".
I sigilli sono stati posti all'ufficio di Federica Garbagnati, anch'essa ex-collaboratrice di Antonio Panzieri. Attualmente assistente dell'eurodeputata Alessandra Moretti, la Garbagnati, di ritorno da un viaggio a Doha per incontrare il ministero del Lavoro, dichiara di aver sempre votato sul Qatar.
Secondo elemento nella trama di relazioni di Panzieri è Giuseppe Meroni, ora alle dipendenze di Forza Italia, anch'egli fu un assistente dell' ex-eurodeputato. Centrale sembra essere anche la figura di Lara Comi, neo eletta di Forza Italia, la quale oltre ad essere stata una collaboratrice di Panzieri, è componente del Board della Ong "Fight Impunity", fondata sempre da Panzeri.
Terzo anello della catena è Davide Zoggia, figura che ebbe un ruolo centrale a livello organizzativo del PD durante la segreteria Epifani. A quest'ultimo è stato sequestrato il cellulare, in seguito alle indagini che lo collocano vivere in una casa a Bruxelles di proprietà di Giuseppe Meroni, di cui ne condivideva anche l'ufficio.
Approda a Strasburgo il "caso Kaili" così definito della vicepresidente dell'Eurocamera, che alla luce delle indagini giudiziarie in corso, ha portato un immediata sospensione di tutti i poteri, compiti e deleghe di Eva Kaili come vicepresidente del Parlamento europeo. A seguito di un ritrovamento da parte delle autorità belghe di borse piene di ingenti quantità di denaro nell'abitazione della Kaili, si preclude anche la carta dell'immunità di cui godono gli europarlamentari.
"Se quello che emerge dalle prime decisioni della procura di Bruxelles fosse confermato, si tratterebbe di esponenti del Parlamento ed attivisti che avrebbero ricevuto soldi per chiudere un occhio sulle condizioni di lavoro in Qatar. Una vicenda vergognosa e intollerabile. Se si confermerà che qualcuno ha preso soldi per cercare di influenzare l'opinione del Parlamento europeo penso che sarà veramente una delle più drammatiche storie di corruzione di questi anni"- cosi ha commentato il commissario Ue Paolo Gentiloni, asserendo ad un "danno di reputazione molto serio".
A seguito delle accuse rivolte ad Antonio Panzieri di avere influenzato le decisioni dell'Eurocamera, non solo a favore del Qatar ma anche del Marocco, sono state messe in stato di fermo e in seguito agli arresti domiciliari la moglie, Maria Colleoni, e la figlia, Silvia Panzeri. Quest'ultime dichiaratesi "pienamente inconsapevoli" delle attività di Panzeri, di fronte alla scoperta da parte delle autorità di una vacanza di famiglia da 100mila euro.
In dubbio sono dunque le decisioni approvate dell'Eurocamera: il voto sulla liberalizzazione dei visti qatarini in commissione Libe e la risoluzione sulle violazioni dei diritti dei lavoratori a Doha. Pur non essendo membro della Libe, la Kaili ha votato per la liberalizzazione dei visti, dossier che sarebbe stato destinato in Plenaria, approvato per alzata di mano. Nel testo si condannava il trattamento dei migranti in riferimento al lavoro prestato agli studi del Mondiale. Richiesto un passo in più a Doha per i diritti dei lavoratori. Nonostante gli abusi e le morti già documentate, così si esprime l'ex vicepresidente in aula lo scorso 21 novembre: "il Qatar è in prima linea per i diritti dei lavoratori".
È cosi che il portavoce della presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, ha dichiarato che sia lei che tutto il parlamento europeo "stanno collaborando attivamente e pienamente con le autorità giudiziarie per favorire il corso della giustizia". Metsola è dunque rientrata da Malta per assistere alla perquisizione e al conseguente sequestro di materiale informatico dell'eurodeputato Marc Tarabella, a Bruxelles, come prevede l'art. 59 della costituzione belga, il quale richiede la presenza del Presidente del Parlamento di appartenenza in caso di perquisizione di un eletto in Belgio.
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