25 Ottobre 2022
Oggi si è tenuta a Berlino la Conferenza di ricostruzione in corso nella capitale tedesca e Ursula von der Leyen ha dichiarato di stare lavorando affinché "l'Europa si accolli parte di questo sforzo con 1,5 miliardi al mese solo per sostenere da 3 a 5 miliardi delle spese correnti. In pratica la presidente della Commissione Europea si auspica che l'Ucraina si faccia "mantenere" per il 50% delle spese correnti dall'Europa.
Quando l'Ucraina cominciò a fare la prima conta dei danni era il trentesimo giorno di guerra e si contavano già 500 milioni di euro. "Poco" disse qualcuno... Ma loro calcolarono questo. Il 5 luglio, alla conferenza di Lugano, l'Ucraina presentò dei progetti per la ricostruzione da attuare in dieci anni: dal 2023 al 2032. In totale i progetti erano 850 e, all'epoca, si pensava di finanziarli mediante aziende private e asset confiscati a oligarchi in tutto il mondo (per un ammontare di 7 miliardi di dollari), ma quest'ultima impresa non divenne fattibile.
Adesso l'Ucraina non ha soltanto da ricostruire quanto distrutto in quasi 280 giorni di guerra, ma da finanziare le spese correnti: vigili del fuoco, le pur minime attività comunali e governative. Per le bollette della luce non c'è problema tanto la Russia gli ha staccato la corrente. E mentre l'Europa si arrovella sul "come fare" per salvare se stessa dalla crisi energetica e dalla recessione in cui è affondata con tutti gli stivali immersi fino alle ginocchia, nel fango delle scelte sbagliate, restando impantanata tra la difesa dei valori e il non saper tenere i conti in ordine oltre ai giudizi impietosi del Fondo Monetario Internazionale che non ha parlato di libertà nel suo drammatico rapporto, ma soltanto di una schiavitù che peserà in europa per almeno 3 anni. Se infatti la contrazione proseguirà almeno per due trimestri nel 2023 gli effetti si pagheranno per altri 18 mesi. Se invece "l'Europa dovesse definitivamente abbandonare il gas russo", allora "possiamo dimenticare la ripresa". Chiarisce il Fondo Monetario Internazionale.
Nel rapporto denominato "La nebbia della guerra offusca l'outlook europeo", dove con tanta limpidezza il fondo annuncia che le sanzioni volute da Mario Draghi e comminate alla Russia hanno finito per intaccare i conti dell'Europa, il Fondo monetario Internazionale ha dato le ultime stime "horror" all'Europa, bocciando sia la politica monetaria europea che le stime positive di crescita per il 2023.
Di curioso c'è anche che, quando dieci giorni fa Kiev annunciò di voler risistemare le reti energetiche dopo i bombardamenti e, per questo, chiudeva la fornitura di gas all'Europa. Dal momento che ci fu chi associò questa chiusura alla richiesta incessante di armi ch è già pesata sui bilanci statali di moltissimi paesi europei, oggi in recessione come l'Inghilterra che ha dovuto pagare 18 miliardi di sterline solo per la fornitura di armi, Kiev si discolpò dicendo: "E' una scelta che danneggia soprattutto noi che avremmo venduto la fornitura di gas per 1,5 miliardi di euro al mese". Esattamente la cifra che oggi Ursula Von der Leyen sta "lavorando per assicurare al presidente Zelensky.
"L'Ucraina ha bisogno di una somma compresa fra 3 e 5 miliardi di euro al mese solo per le spese correnti. Io lavoro affinché l'Ue assuma una partecipazione equa in questo sforzo, garantendo 1,5 miliardi al mese, fino a quando sarà necessario". Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo a Berlino alla Conferenza di ricostruzione in corso nella capitale tedesca. Per il 2023? Calcoli alla mano: "18 miliardi di euro", pari alla metà "dell'assegno alimentare" dell'Ucraina, promessa sposa dell'Ue.
"Siamo qui per sostenere la visione del futuro dei nostri amici ucraini", ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, aprendo la Conferenza per la ricostruzione. "Un futuro di pace", segnato da "benessere e resilienza", ha aggiunto. "Quella di oggi non è una conferenza di donatori. Si tratta di qualcosa di più basilare, che riguarda le strutture e i meccanismi" di finanziamento della ricostruzione.
"Non possiamo dire quando questa guerra finirà. Ma finirà. E proprio pesando all'esperienza fatta nella nostra storia, sappiamo che la ricostruzione è sempre possibile e che non è mai troppo presto per iniziare ad occuparsene", ha concluso Scholz, sottolineando che "adesso" è il momento per impegnarsi su questo fronte come comunità internazionale.
"Questa visione dell'Ucraina come Paese europeo è molto importante. E sotto molti aspetti l'Ucraina ha già meritato di farne parte. La gente vede cosa facciamo già per l'Europa. Noi rappresentiamo la sicurezza fisica dell'Europa". Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che, intervenendo alla conferenza della Ricostruzione, ha sottolineato le parole di Olaf Scholz pronunciate ieri, quando il cancelliere ha detto che chi investe nell'Ucraina investe in un futuro membro dell'Ue. "Non lottiamo solo per la sicurezza dell'Ucraina e dei nostri vicini, ma anche per la sicurezza dell'Europa", ha aggiunto.
Il presidente ucraino chiede alla Conferenza di Berlino di impegnarsi per la copertura del deficit del bilancio dell'anno prossimo che, a causa dell'invasione russa, ammonta a 38 miliardi di dollari. "Si tratta di una somma considerevole di denaro per l'Ucraina", ha affermato, intervenendo in un collegamento video da Kiev.
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