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Sabotaggio gasdotto Nord Stream 1 e 2, Scholz: “Pronti per sostituire tutto il gas russo” (col carbone)

Il governo tedesco, per fronteggiare la perdita del metano proveniente da Mosca, ha cestinato il programma ambientale a zero emissioni dell’Ue

29 Settembre 2022

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E così la Germania è pronta “a sostituire tutta l’energia russa”. L’ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, parlando “dell’apertura di un ombrello di difesa all’aumento del prezzo del gas che sarà finanziato con un fondo per la stabilizzazione economica pari a 200 miliardi di euro”. A parte il fatto che Scholz non specifica da dove arriveranno i 200 miliardi di euro, la Germania ha già avviato un processo per fare a meno del gas russo. Come? Riavviando le centrali a carbone. Con buona pace della transizione ecologica e del Green deal europeo.

Sabotaggio gasdotto Nord Stream 1 e 2, Scholz: “Pronti per sostituire tutto il gas russo” (col carbone)

“La Russia continua la sua guerra contro l’Ucraina e per di più utilizza anche le proprie forniture di energie come un’arma”, ha spiegato Scholz oggi, giovedì 29 settembre, durante una conferenza stampa a Berlino. “Dopo la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico sappiamo che presto cesserà del tutto l’approvvigionamento di gas alla Germania. Ma noi ci siamo preparati. Siamo pronti. Importiamo gas da altri Paesi, utilizziamo le capacità di tanti porti all’est e al nord, i nostri stoccaggi sono al 90% e le centrali a carbone continuano a funzionare”. Appunto. Secondo l’agenda europea per le zero emissioni, il carbone sarebbe dovuto sparire dalla circolazione energetica. In Germania, come in Italia, non è stato così.

Sabotaggio gasdotto Nord Stream 1 e 2, Scholz: “Pronti per sostituire tutto il gas russo” (col carbone)

Per accelerare il calo del gas nel mix energetico, il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck, ha delineato una serie di passi che il governo di Scholz ha adottato per ridurre la dipendenza dal gas ed essere pronto all’inverno. In un’inversione di marcia per Habeck, leader del partito ambientalista dei Verdi che aveva condotto una campagna per ridurre l’uso di combustibili fossili, mentre ora il governo tedesco ha autorizzato le utility a usare maggiormente le centrali elettriche a carbone. Non solo. La Germania è disposta a rivedere il divieto sul fracking (la pratica per la fratturazione idraulica del gas di scisto) in vigore dal 2017. Ad annunciare il possibile dietrofront energetico, qualche giorno fa, è stato il ministro delle Finanze, Christian Lindner, che dal fronte del Partito liberale democratico ha sottolineato come non sia il momento di “fare gli schizzinosi”. Anzi. “Ciò che è fattibile dev’essere fatto: tutte le centrali a carbone in riserva devono essere allacciate in rete, le capacità dell’energia nucleare in Germania assicurata fino al 2024, e anche accessibili i giacimenti domestici di petrolio e gas nel Mare del Nord e sulla terraferma”. La Germania sarà anche pronta (ammesso che lo sia) a fare a meno di tutto il gas russo. Ma per riuscirci ha dovuto cestinare il programma di politiche ambientali a emissioni zero dell’Unione europea. Tanto che lo switch al carbone di Berlino, nel 2023 e nel 2024, farà lievitare del 5% le emissioni energetiche dell’Ue (dell’Ue, non solo della Germania).

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