08 Settembre 2022
Mozambico (Facebook: Giuseppe Ragogna)
in merito all'attentato in Mozambico andato in scena la sera di martedì 6 settembre, l'Isis ha rivendicato l'uccisione della suora italiana Maria De Coppi. Il motivo secondo l'organizzazione terroristica è che l'84enne era "impegnata eccessivamente nella diffusione del cristianesimo". Non solo la suora italiana però visto che il sedicente Stato Islamico ha rivendicato l'uccisione di altri tre cristiani.
Nel suo comunicato, la BBC che riporta le parole dell'organizzazione, afferma che l'Isis ha anche reso noto che i suoi militanti hanno bruciato una chiesa, due veicoli e "altre proprietà" della missione nell'area. A Nampula, nel luogo dell'attentato, a giugno l'Isis aveva rivendicato un altro attacco. Un'irruzione in un villaggio a Memba e la decapitazione di un cristiano. L'attività del sedicente Stato islamico si concentra a Capo Delgado, vicino Nampula.
Nuove testimonianze, stavolta da don Lorenzo Barro, il parroco della missione attaccata dai ribelli, che racconta come quest'ultimi "dopo aver ucciso suor Maria hanno devastato la chiesa e fatto irruzione nella nostra casa, dando tutto alle fiamme". Un attacco che ha visto coinvolte diverse persone italiane. Chi non ce l'ha fatta è suor Maria De Coppi, che un'ora prima di andarsene ha raccontato in un audio la situazione che stava per degenerare. Chi invece si è tratto in salvo oltre ai due preti friulani (Lorenzo Vignandel e don Lorenzo Fabbro) è la suora bresciana Eleonora Riboldi, originaria di Travagliato. Quest'ultima quando si è scatenato l'assalto è riuscita a fuggire in una foresta lì vicina. Adesso è al sicuro ed in buone condizioni di salute.
Il racconto di don Lorenzo Barro continua: "Sono arrivati (i ribelli, ndr) attorno alle nove, per fortuna quando quasi tutti i 38 ragazzi e le 40 ragazze che frequentano le scuole presso la missione erano già andati via. Suor Maria era nella stanza della sua consorella più anziana, suor Angeles Lopez Hernandez; credo stessero chiacchierando e vedendo insieme alcuni filmati condivisi su WhatsApp".
"Suor Maria è stata colpita da uno sparo, appena rientrata in camera; suor Angeles l'ha vista riversa a terra ed è riuscita a scappare, nascondendosi nel "mato, la boscaglia che circonda la missione". Hanno cominciato a bruciare ogni cosa" ricorda don Barro. "Noi ci siamo nascosti nelle stanze e loro non sono entrati", ricorda don Barro. Un raid durato ben due, dalle 21 alle 23 di sera e che ha spazzato via tutto o quasi. Incendiate persino automobili. "I militari sono arrivati solo dopo" continua don Barro, "informandoci che avevano trovato nelle vicinanze i cadaveri di due altre persone uccise, che non conosciamo".
"Le incursioni - continua don Barro - continuano da giugno. "Anche a sud del Lurio, nella provincia di Nampula dove si trova la nostra missione". Il 58enne non sa spiegare per l'attacco di probabile matrice islamica sia stato compiuto contro una missione ed a tal proposito aggiunge: "Di solito viene preso di mira tutto ciò che ha che fare con lo Stato, si tratti di commissariati di polizia o di centri di salute; è stato però riferito di un'affiliazione dei ribelli al gruppo Stato islamico e se le cose stessero davvero così si potrebbe spiegare in qualche modo la distruzione delle chiese e delle missioni".
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