12 Agosto 2022
Mani con lo smalto colorato e anelli vistosi. Mani che stringono al petto un bambino miracolato. Cinque mesi dopo l’inizio della gravidanza, Christine Daniels, 33 anni, aveva sentito un aumento della pressione sanguigna. La testa le faceva male e la pelle dei piedi si allungava e si lacerava. Le gambe erano così pesanti che riusciva a malapena a raggiungere l’appartamento di sua madre dietro l’angolo. Nella cittadina rurale in cui vive tutt’ora, Suwannee River Valley, nella Florida settentrionale, non c’è un ospedale, né alcuna assistenza sanitaria garantita. Daniels aveva dovuto guidare per circa 112 chilometri tra andata e ritorno, ogni due settimane, per i suoi appuntamenti prenatali e per mettere al mondo il bambino, che oggi, a cinque anni, è affetto da gravi patologie. Daniels è una delle madri delle comunità agricole degli Stati Uniti che il capo della Casa Bianca, Joe Biden, pare aver dimenticato.
Pochi giorni fa il Senato americano ha approvato il maxi-piano da 740 miliardi di dollari (circa 720 miliardi di euro) proposto dal presidente Usa. Il cosiddetto Inflation reduction act tocca vari settori: dal clima alle imposte, sino alla sanità. I democratici hanno conseguito un vecchio obiettivo: ridurre i prezzi dei farmaci da prescrizione. Il pacchetto prevede 64 miliardi di dollari per compensare l’aumento dei costi della sanità ed estendere la copertura sanitaria. La misura, inoltre, estende per tre anni i sussidi medici per le persone a basso e medio reddito.
A giudicare dalle fotografie pubblicate da UsaToday, Daniels rientra nella categoria delle persone meno abbienti. Nel testo approvato dall’aula americana, però, non c’è un particolare riferimento alla realizzazione di infrastrutture sanitarie nei centri rurali come Suwannee River Valley. Secondo un’analisi del quotidiano statunitense, circa due milioni di donne in età fertile vivono nei deserti della maternità, ad almeno 40 chilometri di distanza da un’unità di travaglio e parto. Gli ospedali rurali e i reparti ostetrici, già scarsi, continuano a chiudere a tempo di record. Daniels si è dovuta sottoporre a un taglio cesareo d’urgenza e suo figlio, col liquido nel cervello, è sopravvissuto alla rottura dell’utero. Il piccolo TeSharria, però, ha subìto danni cerebrali permanenti. Non può camminare, né parlare. Ha continue convulsioni e necessita di cinque farmaci al giorno.
Nel dicembre del 2018 il Congresso degli Stati Uniti ha approvato l’Improving access to maternity care act, che impone all’amministrazione in carica di identificare aree ben precise per l’assistenza alla maternità. Il provvedimento ha richiesto 18 mesi per iniziare. Poi è stato ritardato dalla pandemia. L’agenzia ha iniziato solo l’anno scorso a definire le zone di carenza sanitaria, in modo da poterle identificare. Nel frattempo, mentre Biden stanzia miliardi di dollari per la sanità, migliaia di madri come Daniels devono percorrere lunghe strade polverose per raggiungere il primo ospedale. “Non voglio che qualcuno passi quel che ho dovuto passare io, perché è stato spaventoso. Ti senti sola. Non è una bella sensazione”.
di Filippo Merli
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