06 Maggio 2022
Giuseppe Conte sfida Draghi sull'Ucraina e prepara una mozione parlamentare: "No alle armi letali". Conte e il Movimento hanno deciso: è il momento di un atto parlamentare - ancora da perfezionare la forma, potrebbe essere una mozione o una risoluzione - con cui chiedere al governo "lo stop all'escalation". Un modo per incalzare ulteriormente l'esecutivo dopo le frizioni continue dei giorni scorsi, dall'inceneritore a Roma passando per il Superbonus, fino all'annosa questione, appunto, del conflitto in Ucraina. Sin dall'inizio l'ex premier e i grillini hanno posto un distinguo importante tra armi difensive e quelle offensive e letali. Ora che l'opinione pubblica si sta schierando sempre più convintamente contro l'invio di armi a Kiev, il Movimento è pronto a ribadire questa posizione, forte anche dell'essere il primo gruppo parlamentare.
E infatti la distinzione verrà messa nero su bianco nell'atto parlamentare, dove si chiederà di dire no "all'invio di armi sempre più offensive e letali". L'obiettivo primario, per Conte, è "costringere" il presidente del Consiglio a fare quello che non ha mai fatto fin qui dall'inizio del conflitto: riferire in Parlamento, l'organo che rappresenta la sovranità popolare, per chiarire la postura dell'Italia in un momento così delicato.
E il fatto che la visita in Aula avverrà quasi certamente dopo la visita di Draghi negli Stati Uniti, da Joe Biden, prevista per il 10 maggio, non contribuisce ad appianare le tensioni. Proprio in occasione di questo summit importante, Conte aveva chiesto a Draghi di non appiattirsi troppo sulla linea americana e della Nato. E l'obiettivo di questa mossa era proprio far sì che l'esecutivo potesse esprimere "una posizione autonoma nei consessi internazionali, nella Nato e nell'Ue".
Conte fa capire in modo chiaro che la battaglia portata avanti dal Movimento non è di bandiera e la convergenza con altre forze politiche è benvenuta. In primis, il partito a cui pensa è la Lega di Matteo Salvini che dallo scoppio del conflitto si è schierato su una posizione pacifista, con uno stop all'escalation di violenze come massima priorità. "Più si inviano le armi, più la pace si allontana", aveva ribadito nuovamente il segretario del Carroccio ieri.
Conte ostenta sicurezza, forte anche dei numeri che lo vogliono leader del primo gruppo parlamentare, nonostante le tante defezioni e i cambi di casacca. Numeri che l'ex avvocato del popolo intende far valere quando il decreto aiuti, che contiene la tanto discussa norma sull'inceneritore a Roma, arriverà in Aula. Il governo Draghi è già avvisato: la fiducia sul provvedimento non va messa. Altrimenti è pronta la crisi di governo.
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