31 Marzo 2022
fonte: Twitter
Mosca tira dritto: i paesi definiti "ostili" (tra i quali c'è anche l'Italia) dovranno pagare il gas russo in rubli e non in euro o in dollari, per volontà di Vladimir Putin. Il presidente russo oggi ha firmato un decreto che rende la decisione efficace già da domani, primo aprile. "I contratti esistenti per la fornitura di gas saranno interrotti se gli acquirenti provenienti da Paesi ostili non adempiranno ai nuovi termini di pagamento", la minaccia del Cremlino, rivolta in primis ai paesi europei. Un cambio di passo in netta controtendenza rispetto a quanto la Russia aveva fatto sapere solo ieri, attraverso Dmitry Peskov. "Il processo richiede più tempo dal punto di vista tecnologico", aveva dichiarato il portavoce del Cremlino.
"Gli Usa cercano di risolvere i propri problemi a scapito altrui. I loro errori in campo economico cercano di scaricarli su di noi. Cercano di spingere l'Europa ad acquistare il gas americano, che è più caro" rispetto a quello russo, ha aggiunto Putin. Peskov, però, ha garantito che al di là degli aspetti tecnici, ben poco cambierà per i Paesi clienti della Russia: "Nei fatti non ci saranno cambiamenti per i clienti del gas russo. Acquisteranno rubli usando le stesse valute citate nei contratti".
Stesso concetto spiegato poche ore fa dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa organizzata dalla stampa estera a Roma, pur adombrando qualche incognita: "La conversione dal pagamento in euro con i rubli sarà un passaggio interno alla Federazione Russa: sono in corso le analisi per capire cosa significa questo e se dunque le aziende Ue potranno continuare a pagare come previsto. È tutt’altro che semplice cambiare la valuta di pagamento senza violare i contratti".
Di tutt'altro tono le dichiarazioni dei ministri dell'Economia di Francia e Germania. "Non dobbiamo dare il messaggio che ci lasciamo ricattare da Putin. I contratti devono essere rispettati", ha affermato con tono perentorio il tedesco Robert Habeck. Seguito dal suo omologo francese Bruno Le Maire: "Non accetteremo in alcun modo di pagare il gas in altre divise rispetto a quelle sancite dai contratti".
Intanto, la decisione del Cremlino ha già prodotto un effetto concreto: il prezzo del gas è nuovamente aumentato alla Borsa di Amsterdam, piazza di riferimento in Europa per questo tipo di contrattazioni. La quotazione ha raggiunto i 127 euro al megavattora.
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