12 Marzo 2022
Il bilancio sinora è drammatico, uno sconquasso economico del genere la Russia non lo vedeva dagli anni '90: sono 150mila ad aver perso il lavoro dopo l'introduzione delle sanzioni da parte dell'occidente. In molte aziende americane ed europee, infatti, hanno dovuto abbandonare il paese, lasciando di conseguenza tantissimi lavoratori a casa. Si tratta delle prime vittime di quella che è stata definita una "guerra economica contro di noi" da parte del Presidente Putin. Ha poi aggiunto che la Russia prenderà tutte le misure necessarie per "contrastare" gli attacchi dei paesi atlantici.
Ma intanto lo sforzo più grande lo pagano i lavoratori. Ha destato parecchia attenzione a livello internazionale la fuga di McDonald's, uno dei simboli della fine della guerra fredda. Probabile nuovo simbolo del ritorno della stessa. L'azienda ha lasciato a casa circa 62mila dipendenti dei suoi oltre 800 ristoranti presenti fra Russia e Bielorussia. Precisando però che continuerà a pagarli, sebbene non è chiaro fino a quando. Pepsico, proprietaria dei marchi Pepsi, 7up, Gatorade e Lay's, ha lasciato a casa 20mila dipendenti. 15mila non potranno più lavorare per Ikea, presente fra Russia e Bielorussia con 17 punti vendita. Più giù si posizionano altri giganti, come H&M, L'Oreal e Starbucks. Nel loro caso i dipendenti che non potranno più lavorare si attestano fra i 2 e i 3mila.
La situazione, sicuramente pronosticata con largo anticipo da Vladimir Putin, appare molto grave. Anche considerando che l'isolamento russo non sembra avere soluzione a breve termine. Putin ha commentato l'ostracismo delle aziende occidentali definendolo "una guerra economica": "Prenderemo misure per contrastarla", ha dichiarato. Durante il suo ultimo discorso ha definito le sanzioni "illegittime", affermando che: "Troveremo una soluzione a tutti i problemi insieme ai nostri partner che non le riconoscono". E ancora: "Noi non ci isoleremo da nessuno. Siamo aperti a lavorare con tutti i nostri partner stranieri che vogliono farlo".
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