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Ucraina, i tamburi di guerra Usa forzano Putin ad agire. Mosca accusa Kiev di genocidio e si prepara

Le continue previsioni di invasione formulate da Washington mettono Mosca all'angolo: non fare nulla e passare per deboli o agire? E all'Onu i russi accusano l'Ucraina di genocidio del Donbass mentre affilano le armi

17 Febbraio 2022

Dopo tanti tuoni, di solito alla fine piove. Probabile che, nonostante le rassicuranti immagini degli scorsi giorni sul parziale ritiro di alcune truppe russe, accada lo stesso anche stavolta. Anche se ancora non è dato sapere in che modo e con quale estensione. Ma appare evidente che dopo giorni, settimane, mesi di tamburi di guerra intorno all'Ucraina (tema sul quale è intervenuto anche Mario Draghi) qualcuno possa sparare un colpo. E quel qualcuno è molto probabile che sia la Russia di Vladimir Putin, il cui dito sul grilletto è però avvicinato dal pressing degli Stati Uniti che a ogni ora lanciano avvertimenti sull'invasione imminente.

Ucraina, la Russia accusa Kiev di genocidio nel Donbass e si prepara all'attacco

Evidente che questa strategia metta all'angolo il Cremlino, costringendolo a fare qualcosa. Ritirarsi e dipingere gli Usa come guerrafondai e seminatori di zizzania? E' un'opzione, ma è anche vero che per Putin la questione dell'Ucraina è di vitale importanza e non può mostrarsi debole su un dossier che sente cruciale per la sopravvivenza stessa della potenza, o della proiezione di potenza, della Russia.

Ecco perché alla fine potrebbe agire davvero. D'altronde pare proprio ci si stia preparando il terreno anche presso le Nazioni Unite. Un alto funzionario Usa ha detto ai giornalisti che la Russia ha fatto circolare un documento al Consiglio di Sicurezza Onu in cui si afferma che nel sudest dell'Ucraina sono stati commessi crimini di guerra. Secondo il Wall Street Journal si parla di "genocidio della popolazione russofona del Donbass". Affermazioni "false", secondo il media Usa, ma che Mosca vorrebbe usare come pretesto nella riunione del consiglio di sicurezza per attaccare l'Ucraina. 

In maniera più esplicita, la Russia continua a pensare "che non ci sia una alternativa agli Accordi di Minsk per risolvere la crisi in Ucraina, ma siamo sempre più convinti che la loro attuazione non rientri nei piani del nostro Paese vicino", ha affermato il Vice ministro esteri russo, Sergei Vershinin, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Aggiungendo: "L'Ucraina dimostra un crescente senso di impunità porta 'le teste calde' ucraine a formulare nuove scuse per lanciare azioni militari contro la loro stessa gente, e questo è quello che abbiamo: ci sono migliaia di vittime del conflitto armato interno, diversi milioni di persone nel Donbass continuano a essere presentati come stranieri nel loro Paese, ci sono armi automatiche, fucili di precisioni, droni armati, artiglieria pesante puntate contro di loro mentre i rappresentanti ucraini continuano a presentare scuse per non attuare gli Accordi di Minsk".

La temperatura è quanto mai alta, mentre Antony Blinken sventola lo spauracchio delle armi chimiche. "La Russia potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni", ha detto il segretario di Stato Usa, "potrebbe teatralmente convocare riunioni di emergenza" per "rispondere" a operazioni sotto falsa bandiera e poi cominciare l'attacco. 

L'ultima chance sembra poter essere un incontro tra Blinken e Lavrov in Europa. Altrimenti potrebbe davvero essere finito il tempo delle parole.

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