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Omicidio Paderno Dugnano, Riccardo Chiaroni condannato a 20 anni, sterminò la famiglia nel 2024, motivazioni sentenza: "Azioni programmate lucidamente"

Il giudice per l’udienza preliminare, al termine del processo con rito abbreviato, ha scelto di non riconoscere il vizio parziale di mente che era stato accertato durante la perizia psichiatrica disposta nel corso del procedimento, condannando il giovane imputato al massimo della pena prevista per un minorenne

29 Settembre 2025

Triplice omicidio Paderno Dugnano, il 17enne confessa: “Sono stato io, in casa mi sentivo un corpo estraneo, ci pensavo da un po’”

Fonte: Facebook, @Essere donna

«Ha lucidamente programmato, attuato e variato secondo il bisogno le proprie azioni, prima, durante e dopo». È una delle motivazioni con cui, lo scorso 27 giugno, il Tribunale per i Minorenni di Milano ha condannato a 20 anni di reclusione il ragazzo che, ad appena 17 anni, ha ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano, la sera del 31 agosto 2024.

Omicidio Paderno Dugnano, Riccardo Chiaroni condannato a 20 anni, sterminò la famiglia nel 2024, motivazioni sentenza: "Azioni programmate lucidamente"

Il giudice per l’udienza preliminare, al termine del processo con rito abbreviato, ha scelto di non riconoscere il vizio parziale di mente che era stato accertato durante la perizia psichiatrica disposta nel corso del procedimento, condannando il giovane imputato al massimo della pena prevista per un minorenne.

Quella sera la famiglia aveva appena festeggiato il compleanno del padre. Quando tutti erano già a letto, il 17enne era rimasto da solo davanti alla televisione. Poco dopo, ha messo in atto il suo piano. Prima ha colpito il fratellino, che dormiva nella sua stanza, poi la madre, accorsa a soccorrerlo, e infine il padre. All’arrivo dei carabinieri, il ragazzo ha confessato: «Li ho uccisi tutti io».

Durante le indagini, il giudice aveva disposto una perizia psichiatrica, che aveva rilevato un vizio parziale di mente: al momento del triplice omicidio, secondo gli esperti, la capacità di intendere e di volere del ragazzo risultava significativamente compromessa.

Tuttavia, il giudice del Tribunale per i Minorenni ha valutato diversamente. Nelle motivazioni della sentenza si legge che il giovane era «guidato da un pensiero stravagante» e «bizzarro», convinto di poter raggiungere «l'immortalità attraverso l’eliminazione della propria famiglia», ma che sarebbe rimasto sempre in “controllo”.

Un controllo che, secondo il gup, gli avrebbe permesso di distinguere “la realtà dall’immaginazione” e che ha portato alla piena imputabilità del minore.

Immediata la reazione del legale dell’imputato, l’avvocato Amedeo Rizza, che ha annunciato ricorso in Appello:
«Ovviamente non condivido questa motivazione», ha dichiarato. «Il giudice non ha preso atto della concreta incidenza e del nesso di causalità che c’è tra la patologia del ragazzo e il reato commesso».

Il legale ha anche espresso preoccupazione per le condizioni psicologiche del suo assistito dopo la sentenza, parlando di un rischio autolesionismo.

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