27 Agosto 2025
Nella giornata di domani, giovedì 28 agosto, medici, infermieri, farmacisti e operatori sanitari agiranno uno sciopero della fame in tutta Italia, per chiedere la fine del genocidio palestinese. L'iniziativa nasce dal movimento Sanitari per Gaza, che ha dedicato la giornata di digiuno agli oltre 1600 medici palestinesi che hanno perso la vita nei raid a Gaza.
Domani, 28 agosto, in tutta Italia medici, infermieri, farmacisti e operatori sanitari digiuneranno per Gaza. Una giornata nazionale di mobilitazione, nata da una chat spontanea in Toscana a fine luglio, che in poche settimane si è trasformata in un movimento capillare, capace di coinvolgere più di 500 ospedali e circa 15mila professionisti.
Il messaggio è chiaro: non si può restare in silenzio davanti al genocidio in corso nella Striscia, dove – secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – oltre 1.600 sanitari palestinesi sono stati uccisi sotto le bombe. "Il silenzio è complicità", afferma Simona Mattia, chirurga d’urgenza a Roma, che domani digiunerà "perché a Gaza la fame è usata come arma di sterminio".
Gli organizzatori, riuniti nella rete #digiunogaza e nella campagna “Teva? No grazie”, avanzano precise richieste: sospendere immediatamente la vendita di armi a Israele, aprire corridoi umanitari, garantire l’ingresso di forniture mediche e alimentari, riconoscere pubblicamente la natura genocidaria delle operazioni militari israeliane. A livello pratico, invitano colleghi e istituzioni a boicottare i farmaci della multinazionale israeliana Teva, accusata di complicità economica e simbolica con l’occupazione.
La mobilitazione tocca grandi città e periferie: al Policlinico Umberto I di Roma, al San Matteo di Pavia, al Policlinico di Bari, alle Molinette di Torino e persino sull’isola di Capraia si terranno sit-in simbolici all’uscita dagli ospedali. A Bologna, centinaia di sanitari si ritroveranno fuori dal Maggiore, dal Sant’Orsola e dal Bellaria per scattare foto collettive con camici e cartelli.
Il sostegno arriva anche dal mondo dell’associazionismo e della società civile: Fp Cgil, Anpi, Arci, Un Ponte Per, insieme a don Luigi Ciotti. Un fronte etico che vede nella cura e nella solidarietà i propri strumenti di resistenza.
"A Gaza – ricorda l’infermiera Chiara Pini – non si muore solo sotto le bombe, ma anche per fame e mancanza di cure. Non possiamo chiudere gli occhi".
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