14 Agosto 2025
La Guardia Costiera ha ricostruito gli ultimi contatti del comandante neozelandese James Cutfield, al timone del Bayesian. Tra questi, quello con l’agente marittimo palermitano Marcello Meli, che alle 10.30 del 18 agosto lo aveva avvisato via e-mail dell’arrivo di una tempesta. Quell’avvertimento fu ignorato. Un dettaglio che, secondo le ricostruzioni, confermerebbe l’ipotesi di un affondamento volontario dello yacht Perini Navi, come anticipato da Il Giornale d’Italia.
Meli e Cutfield si erano già sentiti a luglio, quando l’agente aveva offerto ospitalità nel porticciolo di Marina di Villa Igea a Palermo. L’occasione sfumò, come anche un nuovo contatto a inizio agosto, legato a un problema tecnico sul tender del Bayesian.
Il 18 agosto, monitorando le imbarcazioni presenti nella sua zona di competenza, Meli notò lo yacht in rada a Cefalù, esposto alla perturbazione in arrivo. “Mi sono interrogato sulle intenzioni del comandante – ha raccontato –, ho inviato una e-mail al comandante chiedendo se avesse bisogno di assistenza per farlo ormeggiare a Palermo. Erano circa le 10:30, d’altra parte era certo che se il comandante avesse avuto la necessità di qualsiasi tipo mi avrebbe contattato anche telefonicamente”.
Secondo Meli, erano attese “onde di due due metri, due metri e mezzo e vento di circa 27 nodi. Non definirei tali condizioni preoccupanti per una barca dalla caratteristica del Bayesian, ma certamente una situazione scomoda soprattutto per gli ospiti solitamente non abituati a condizioni meteo marine avverse”. Il vento quella notte, però, arrivò a 64kts, una condizione comunque “non preoccupante” per un’imbarcazione del genere.
Normalmente, “si cerca un ormeggio per garantire il massimo comfort agli ospiti”. Così fecero le altre imbarcazioni assistite dall’agente: “Sono rimaste in porto tenuto conto delle previsioni meteo”.
“La mia decisione di contattare il comandante via e mail – aggiunge Meli – nasceva proprio dalla mia valutazione che spostandosi (dalle Isole Eolie ndr) a Ponente avrebbero incontrato condizioni scomode per il comfort dei passeggeri. Non ero preoccupato per la sicurezza della barca, presumo che il comandante conosca i limiti e le condizioni di sicurezza della propria barca, volevo solo proporre al comandante una soluzione”.
L’agente, che sottolinea “l’esperienza del comandante Cuttfield”, conferma però l’ipotesi dell’affondamento volontario del Bayesian.
Meli terminò la giornata di lavoro senza ulteriori comunicazioni. All’indomani, la notizia: durante la notte il Bayesian era affondato e 7 persone avevano perso la vita.
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini dalle esclusive de Il Giornale d'Italia, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/703309/naufragio-bayesian-casseforti-aperte-pc-hard-disk-e-memorie-esterne-gia-portate-via-servizi-segreti-allinterno-del-relitto-pochi-giorni-dopo-laffondamento-retroscena.html
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