11 Agosto 2025
Se la cercate non la trovate più, o almeno non per quello che dovrebbe essere. A seguito di un referendum che nulla ha portato ai cittadini, da anni in mano a un Sindaco che ha fatto del populismo voti e virtù, un certo Flavio Stasi che oggi dicono puntare addirittura al seggio in Parlamento, Rossano non esiste più neanche nel nome perché fusa con la vicina e incompatibile Corigliano. Oggi si chiama Corigliano Rossano (che culo).
Le due cittadine non si sono mai potute sopportare, per quanto confinanti parlano finanche due dialetti diversi, sono culturalmente opposte, eppure le promesse di una rinascita (economica) grazie a questa fusione hanno convinto i cittadini disperati a dire “sì” a un aborto annunciato.
Il sole c’é, il mare pure, per di più Rossano è collocata in un punto che la rende una località miracolosamente di montagna, eppure: il nulla. Al netto del turismo di riporto, ovvero gli immigrati che tornano per le “feste comandate”, esclusa qualche misera presenza turistica non locale, siamo all’anno zero.
Il problema, come sempre, è un mix micidiale tra l’incapacità politica e il letargo delle coscienze dei cittadini, convinti di vivere a Beverly Hills quando si tratta di una delle 10 città più brutte d’Italia. Ma sarà vero? No. Rossano è travestita da vecchia troia con la sifilide, la pelle grinzosa e le tette calanti in cerca di un ultimo cliente per raccimolare 10 euro con un bocchino, ma in realtà potrebbe essere una Principessa.
Dove sbaglia la politica locale? In tutto, proprio nell’abc.
Chi conosce l’Italia sa che la forza di una località come Rossano non risiede nell’industria o nell’artigianato, ma nel turismo. E cosa fanno le varie amministrazioni in questi casi? Investono tutto nella riqualificazione dei centri storici. Un turista dove va quando visita una qualsiasi località? Nel centro storico ad ammirare le strade, l’architettura, i tesori nascosti nelle chiese (a Rossano c’é il Codice Purpureo bizantino), visita le piccole botteghe dell’artigianato, vuole pranzare nei ristorantini locali per assaggiare le prelibatezze del posto eccetera. A Rossano non è possibile.
In primo luogo Rossano è raggiungibile solo con la macchina o con gli autobus di linea, delle specie di trasporti bestiame multicolore. La ferrovia è un mausoleo per ricordare che in passato la cittadina era collegata con il mondo. L’aereoporto più vicino è a due ore, ma non sperate nella navetta perché è un mito come il Santo Graal. Ove mai il coraggioso esploratore riuscisse a raggiungere la cittadina, si scontrerebbe con un altro mito, il trasporto locale. Un solo autobus che si narra passi nelle notti di plenilunio.
In quanto al centro storico, è lasciato a sé stesso e agli sforzi dei pochissimi esercenti (sempre meno), che cercano di resistere. Negozi chiusi, palazzine abbandonate, degrado, tristezza. In pratica, l’amministrazione non è in grado di invogliare alcun tipo di investimento, quando basterebbero veramente due sciocchezze per convincere in primis la cittadinanza a guardare con amore la parte antica di Rossano voltando le spalle a quella cloaca di cemento e nulla che è la parte moderna, che vorrebbe essere commerciale ma che tale non è, se per commerciale intendiamo qualcosa in più di qualche negozio che non vende certo le prime linee di Prada, Gucci e Armani.
Di contro, sempre quel genio del Sindaco e i suoi commensali, che ricordiamo rappresentano una Lista Civica fuori dai poli, il che ne aggrava le responsabilità, hanno investito su di un lungo mare che sembra la Miami di Scarface, anche perché le recenti sparatorie tanto hanno ricordato il Tony Montana dei tempi che furono.
Per il futuro Onorevole Stasi, eroe della costa ionica e Sindaco in carica, il mare è bello, si sa, un po’ come per un altro calabrese che me lo ricorda non poco, un certo Cetto Laqualunque. Ammirare Stasi seduto al bar con i suoi compagni di avventura a ridere e fare chiacchiera, regala soddisfazioni, specialmente osservando il panorama di un paese che sembra un vascello alla deriva.
Non parliamo poi di altre piccole mancanze di Rossano. Stai male? Ti serve un farmaco? Se ne hai bisogno all’ora di pranzo, dopo le 19:00, o in un giorno di festa, prendi l’auto e parcheggia direttamente di fronte al cimitero in attesa che aprano i cancelli, perché le farmacie di turno sono un altro mito, e se ci sono probabilmente devi andare fuori città, come è successo a me.
Il Pronto Soccorso poi è un’altra elegia, anche in quel caso vi basti sapere che è consigliabile l’attesa di fronte il Campo Santo. Il Tribunale è stato chiuso, ma in compenso c’é il super carcere di massima sicurezza, vuoi mettere? Dritto al gabbio senza passare dal via, come a Monopoli. Centri commerciali? Uno ci sarebbe, niente di stratosferico, ma è posizionato sulla strada statale 106, detta anche la strada della morte, a diversi chilometri di distanza dal centro abitato, vuoi mettere il brivido per comprare le mutande?
Dall’altro lato, Rossano è un fiorire di costruttori, tabaccai e, potrete non crederci, ottici. Metaforicamente c’é un ottico per ogni cittadino, record battuto solo dai lidi balneari, un numero incalcolabile, una vergogna. Spiagge libere? Ma va…
In questo panorama del disastro urbanistico, civico e strutturale, sopra la parte commerciale e moderna di Rossano, campeggia morente l’unica vera risorsa, il centro storico, quasi fosse una vergogna e un fardello di cui sbarazzarsi.
C’é solo da sperare che un giorno i rossanesi, vittime arrendevoli della mala politica e delle opere incanta struzzi come la stradina ripristinata, il parchetto per “sto cazzo”, o il super ospedale che comunque è fuori Rossano, quando bastava investire su quello presente e abbandonato, domani guardino alle prossime elezioni pensando al loro stesso bene, e non al fintamente nuovo che avanza.
Di Aldo Luigi Mancusi
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