26 Luglio 2025
fonte: imagoeconomica
Sull'inchiesta urbanistica di Milano ha rotto il silenzio l'architetto Stefano Boeri, coinvolto nell'indagine preliminare, che si difende dalle accuse: "Non sono un cementificatore, ma un architetto. Su di me si è montata una violenta campagna diffamatoria ingiusta".
L’architetto Stefano Boeri rompe il silenzio e sceglie i social per difendersi pubblicamente dopo essere stato coinvolto, per la terza volta, in un’inchiesta sull’urbanistica milanese. Indagato per induzione indebita, in concorso con l’ex assessore Giancarlo Tancredi, il costruttore Manfredi Catella e l’ex presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni, Boeri avrebbe cercato, secondo le accuse, di condizionare la commissione per ottenere l’approvazione del progetto Pirellino-Torre Botanica, inizialmente respinto due volte.
Su Facebook, Boeri ha scritto: “Sono un architetto e non un ‘cementificatore’. Amo questa città e ho fiducia nel lavoro della magistratura”. Boeri denuncia una “violenta campagna diffamatoria”, legata alla diffusione di messaggi privati “decontestualizzati”, usciti sui media prima ancora che lui e i suoi legali ne fossero informati. “Il mio silenzio è stato frainteso come ammissione di colpevolezza, lasciando spazio a dubbi e interpretazioni malevole”.
Uno dei messaggi incriminati è un “warning” inviato al sindaco Beppe Sala nel giugno 2023. “Non era una minaccia - chiarisce – ma un allarme per l’operato della Commissione Paesaggio che bocciava il nostro progetto con motivazioni fuori competenza”. Il progetto sarebbe stato approvato solo dopo la rinuncia alla Torre Botanica, definita “architettura sperimentale e avanzata” che avrebbe potuto offrire a Milano “un importante riconoscimento internazionale”.
Boeri respinge anche le accuse di cinismo verso i senzatetto, a partire da un messaggio del 2018 su una “migrazione verso Milano” degli homeless. “Era una battuta malevola che circolava all’epoca. Da anni sono impegnato, come architetto e cittadino, per una città più inclusiva”.
Infine, l’architetto sottolinea il danno alla sua reputazione e quella del suo studio, ma rivendica il valore concreto delle sue opere: dal Bosco Verticale al Policlinico, passando per il masterplan di Expo. “Non serve all’Italia demolire il modello Milano. Serve una politica più equa, non la distruzione di ciò che ha prodotto ricchezza per il Paese”.
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