18 Luglio 2025
Inchiesta Urbanistica Milano Fonte: LaPresse
Sono 74 gli indagati nell’inchiesta della Procura sull'urbanistica a Milano che punta i riflettori su un sistema di potere fondato, secondo gli inquirenti, su pressioni, favori incrociati e operazioni urbanistiche pilotate. 6 le richieste di arresto, oltre 400 le pagine dell’ordinanza e tre i reati ipotizzati: corruzione, falso e induzione indebita.
Nel mirino dei magistrati sono finiti nomi di primo piano: Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione Urbana, per il quale è stata chiesta la misura dei domiciliari; Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente ex presidente e vice della ormai sciolta Commissione per il Paesaggio, per cui la Procura ha chiesto il carcere. Il sindaco Giuseppe Sala è iscritto nel registro degli indagati e sarà in aula lunedì. Al centro dell’indagine un quadro descritto dalla Procura come una “gestione parallela” e deviata dell’urbanistica pubblica milanese.
“Uffici piuttosto che presidio di tutela dell’interesse pubblico” sarebbero stati “asserviti alle utilità di una cerchia ristretta ed elitaria”, scrivono i pm. Tra i protagonisti dell’indagine anche imprenditori di spicco come Manfredi Catella, presidente di Coima, per cui sono stati chiesti i domiciliari. “La trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione”, ha dichiarato l’imprenditore.
Le carte della Procura ricostruiscono una regia occulta che ruotava attorno a Marinoni, vero dominus di un progetto strategico denominato “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, redatto paradossalmente presso il suo stesso studio privato e poi patrocinato gratuitamente da Palazzo Marino. “Uno strumento artificioso – si legge nell’ordinanza – per raggirare le regole e facilitare l’avvio di un piano di affari occulto di pianificazione e attuazione di agglomerati edilizi”.
L’uso del Partenariato Pubblico-Privato, secondo l’accusa, sarebbe stato strumentalizzato per eludere le “procedure pubbliche di legge”, giustificando interventi speculativi con presunti fini sociali. Un meccanismo che, secondo i pm, ha consentito a studi di architettura legati a membri della Commissione Paesaggio di ottenere via libera su progetti propri, in cambio di consulenze “gratuite” su altri.
Nel corso delle perquisizioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato computer, tablet, cellulari e una grande mole di documenti, mail e materiale informatico giudicato “interessante”. Ora si attendono le analisi del contenuto dei dispositivi sequestrati a Tancredi, Marinoni e agli imprenditori coinvolti, tra cui Federico Pella (J+S), Andrea Bezziccheri (Bluestone) — a casa del quale sono stati trovati 120 mila euro in contanti — entrambi destinatari di richieste di custodia cautelare in carcere.
Le oltre 400 pagine dell’ordinanza tracciano una rete complessa di relazioni e interessi incrociati. Emergono nomi, date, mail, appunti interni, bozze di progetti e passaggi sospetti su pareri urbanistici e autorizzazioni concesse. In particolare, viene descritto un piano di sviluppo territoriale “ombra” costruito attorno al progetto strategico “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, redatto presso lo studio privato di Marinoni, ma sostenuto ufficialmente da Palazzo Marino con il patrocinio gratuito proposto dal sindaco e dall’assessore Tancredi.
“Uno strumento artificioso – si legge nell’ordinanza – per raggirare le regole e facilitare l’avvio di un piano di affari occulto di pianificazione e attuazione di agglomerati edilizi”. Il progetto tocca nove aree-ponte tra città e hinterland, tra cui Cascina Gobba, San Donato, Figino, Assago, Baggio. Secondo la Procura, dietro a tali piani si celerebbe un massiccio disegno di speculazione edilizia, con uno schema ben definito: studi di architettura offrivano “gratuitamente” le proprie prestazioni su alcuni interventi, ottenendo in cambio via libera su altri progetti più redditizi.
Nell’inchiesta è rimasto impigliato anche il sindaco Sala per il suo ruolo nella vicenda del “Pirellino” e nel via libera, alla fine ottenuto, per la costruzione della “Torre Botanica” firmata dall’architetto Stefano Boeri, anche lui indagato. La Procura sottolinea la “mancanza di indipendenza, ricattabilità e cedevolezza alle pressioni del sindaco” da parte di Marinoni, indicando un sistema in cui la politica avrebbe esercitato un’influenza diretta e costante sugli organismi tecnici.
Il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini deciderà, dopo gli interrogatori del 23 luglio, se accogliere o rimodulare le richieste di misura cautelare avanzate dalla Procura. I reati contestati sono, dunque, corruzione, falso e induzione indebita.
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