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Il tema economico sollevato dal Papa tocca preoccupazioni a destra e a sinistra, su globalizzazione e dignità economica

La deindustrializzazione e la precarietà della globalizzazione richiedono una risposta trasversale

12 Maggio 2025

Papa Leone XIV, la mossa geniale della Chiesa che può cambiare lo scenario politico negli Stati Uniti

Papa Leone XIV, fonte: LaPresse

Leone XIV. Il nome è sembrato subito un programma, e Papa Prevost l'ha confermato dopo pochi giorni. Si riferisce in particolare all'enciclica Rerum Novarum del 1891, che "affronta la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale". Fu un intervento fondamentale con cui la Chiesa cattolica richiamò l'attenzione sull'importanza della costruzione del benessere e del contrasto alle disuguaglianze, ponendo le basi per la Dottrina sociale della Chiesa.

Oggi, a rileggere quel documento, si rimane colpiti dall'enfasi sulla proprietà privata. E lontano nel tempo, ma in quei decenni ci fu una grande attenzione alla possibilità di una rivoluzione comunista, che effettivamente avvenne in alcuni Paesi pochi anni dopo, con in testa la Russia, chiaramente. Dopo la lunga enfasi su questo punto, c’è la parte più famosa dell'enciclica, in cui Papa Leone XIII critica "una fazione strapotente perché straricca", la quale "sfrutta per sé tutte le sorgenti della ricchezza, ed esercita pure nell'andamento dello Stato una grande influenza". Dall'altra parte c’è "una moltitudine misera e debole… pronta sempre a tumulti". Per affrontare "l'immensa distanza tra la somma povertà e la somma ricchezza", l'enciclica non promuove la lotta di classe, ma afferma la necessità di ridurre le distanze tra le classi.

Fino ad oggi, Papa Prevost ha offerto solo un piccolo assaggio della direzione in cui andrà sui temi sociali ed economici. Ha parlato della "cura amorevole degli ultimi, e degli scartati; il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà". E nel citare la Rerum Novarum, ha detto che "oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro".

Sono dichiarazioni particolarmente interessanti, considerando il periodo di tumulti politici in merito agli effetti della globalizzazione: dalla perdita del lavoro ben pagato nell'industria alla precarietà a cui è soggetta una grande fetta della classe lavoratrice. Di questo punto, sia la destra sia la sinistra affermano di preoccuparsi, in opposizione all'establishment centrista che segue le ricette liberiste degli ultimi decenni, spesso in nome dell'Unione Europea. I vari populismi, almeno per quanto riguarda l'obiettivo di difendere contro le condizioni precarie e l'austerità, potrebbero sperare di trovare un alleato – in termini ideali – nel Vaticano.

È sul secondo tema citato da Leone XIV che troviamo una importante novità: il riferimento all'intelligenza artificiale. Qui si pongono questioni di due ordini: la prima riguarda la quantità di lavoro, cioè se le macchine e i sistemi genereranno difficoltà per i cittadini a conseguire un reddito dignitoso. L'altra, invece, ci porta alla potenziale trasformazione dei rapporti lavorativi e sociali a causa dell'introduzione dei nuovi strumenti tecnologici. Molte funzioni rischiano di essere sostituite dalle macchine, copiandone in modo più o meno fedele le capacità, ma di fatto riducendo gli spazi per l'applicazione delle caratteristiche tipicamente umane ai processi lavorativi, in ambiti dal tecnico fino al creativo.

A guardare nel mondo MAGA troviamo un'attenzione particolare a questo tema: Steve Bannon, per esempio, ha criticato più volte Silicon Valley e Elon Musk come dei tecnofeudalisti, nonostante il loro ruolo nell'amministrazione Trump. Li affronta sulla questione del potere, ma li accusa anche di sviluppare una sorta di transumanesimo, con la volontà di piegare la vita umana verso forme tecnologizzate e non naturali. Non è difficile trovare preoccupazioni simili tra gli intellettuali religiosi.

Dall'altra parte dello spettro politico americano, nel suo discorso d'addio Joe Biden aveva ammonito del "complesso tech-industriale", una nuova oligarchia che potrebbe “generare nuove minacce ai nostri diritti, al nostro stile di vita, alla nostra privacy”. L'enfasi è stata considerata come più sul potere puro, sull'organizzazione economica della società, ma il discorso mette l’accento anche sulla protezione della libertà e il ruolo del popolo nell'influire sui cambiamenti che ci aspettano.

Sarà interessante vedere come Leone XIV affronterà questi temi. Non sarà il papa che volevano i conservatori in America, e probabilmente non si avvicinerà troppo ai progressisti sulle questioni culturali. Tuttavia, sull'economia, il riferimento alla necessità di difendere i lavoratori dai grandi processi di trasformazione in atto potrà aggiungere un elemento importante alla battaglia politica emersa negli ultimi anni contro l'establishment che ha impostato il modello della globalizzazione, insieme ai nuovi strumenti tecnologici che promettono cambiamenti difficili ancora da gestire.

Di Andrew Spannaus

 

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