19 Febbraio 2025
Boeri e Zucchi, fonte: imagoeconomica
Respinti i domiciliari per Stefano Boeri e Cino Zucchi in merito all'inchiesta Beic, la misura chiesta dalla procura di Milano. Tuttavia i due non potranno far parte delle commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici. Il primo per un anno, il secondo per otto mesi. Stop di un anno anche per Pier Paolo Tamburelli, ritenuto il "collettore" tra i due e gli studi Onsitestudio e Baukuh, vincitori del bando.
Evitati i domiciliari ma Boeri non potrà fare parte di "commissioni giudicatrici" e gli sarà vietato "concludere contratti" con la pubblica amministrazione come architetto per un anno. Stessa misura di Boeri anche per il terzo indagato, il progettista Pier Paolo Tamburelli.
I pubblici ministeri hanno accusato i due architetti di turbativa d’asta e falso sul concorso per la progettazione della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic) che dovrebbe sorgere nella zona centrale di Porta Vittoria. Un’opera da oltre cento milioni che verrò realizzata con i soldi del Pnrr. Le contestazioni nei confronti dei due architetti riguardano il loro comportamento come membri della giuria nella gara da 9 milioni per aggiudicare il progetto dell’opera.
Secondo il gip, sia Boeri che Zucchi avrebbero avuto "un comportamento molto disinvolto, quasi proprietario, rispetto alle regole amministrative del concorso pubblico. La posizione di Boeri è la più grave: avrebbe raccolto senza indugi l’invito di Pier Paolo Tamburelli a truccare la gara, modificando il suo voto da presidente della commissione con modalità smaccate. Si sarebbe anche messo d’accordo con il progettista arrivato terzo, facendosi addirittura - chiarisce il gip - inviare note sul suo progetto prima della decisione. E avrebbe confezionato false dichiarazioni, non segnalando le sue incompatibilità fondate su rapporti di debito-credito con i componenti della cordata che vinse".
"L’approccio al concorso – scrive ancora il gip Iannelli – è stato quello di chi ritiene di poter derogare alle norme a presidio di beni di rilevanza pubblica, nella convinzione di poter darsi delle regole per via della propria autorevolezza e professionalità. Senza, invece, rendersi conto che sono solo le procedure a salvaguardare l’imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione, e non l’affidamento collettivo sulla capacità di giudizio e sullo spessore di professionisti con curricula di notevole".
Così Boeri in una nota: "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di non lasciare l’incarico di presidente di Triennale e nemmeno di docente del Politecnico di Milano. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale".
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