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Alluvione a Valencia e il precedente del 1957, "un'inondazione provocò 400 morti e migliaia di feriti dopo straripamento fiume Turia"

Il 14 ottobre 1957 Valencia subì una delle più gravi alluvioni della sua storia, nota come “La Riada”. Le fortissime piogge causarono il trabocco del fiume Turia e inondarono diverse aree della città

03 Novembre 2024

Alluvione a Valencia e il precedente del 1957, "un'inondazione provocò 400 morti e migliaia di feriti dopo straripamento fiume Turia"

L'alluvione che ha colpito Valencia il 30 ottobre 2024 non è stata la prima in quella zona né la più intensa. Il 14 ottobre 1957 la città spagnola fu colpita da una delle più gravi alluvioni della sua storia, nota con il nome di “La Riada”. Le forti e abbondanti piogge causarono lo straripamento del fiume Turia e inondarono diverse aree della città provocando 400 morti e migliaia di feriti. Furono distrutte 5.800 abitazioni e migliaia di persone rimasero senza tetto.

Alluvione a Valencia e il precedente del 1957

Nel 1957 le strade principali di Valencia, tra cui Calle La Paz e Calle Las Barcas, furono sommerse dall'acqua straripata dal fiume Turia che raggiunse un livello di 2,5 metri. Le immagini dell’epoca mostrano una città devastata, con veicoli trascinati via dalla corrente ed edifici gravemente danneggiati, molto simili alle immagini di oggi. L’alluvione causò danni materiali enormi, ma portò anche a una perdita significativa di vite umane. Le prime stime parlavano di circa 100 vittime e 500 feriti, ma di ora in ora il bilancio delle vittime è salito.

Fu criticata molto la risposta delle autorità locali e nazionali a questa calamità, risposta giudicata "lenta e inadeguata". Anche oggi viene giudicata la gestione del governo, ma soprattutto nelle ore che hanno preceduto l'alluvione. Sono tantissime le critiche, infatti, per gli allarmi lanciati "dopo 11 ore dall'inondazione" e per la reazione del governatore di Valencia Carlos Mazòn, accusato di aver sottovalutato i rischi. "Secondo le previsioni il temporale si sta spostando - affermava il governatore durante l'alluvione -, cosa che fa sperare che intorno alle ore 18 diminuirà la sua intensità in tutto il territorio della comunità. Considerato quello che sta succedendo, le cose stanno andando avanti fortunatamente senza danni materiali e senza allerta idrologica".

L'alluvione di Valencia nel 1957 e il fiume Turia

In seguito all’alluvione del 1957 ci furono richieste di riforme nella gestione delle risorse idriche e nella pianificazione urbana per prevenire simili tragedie in futuro. Il governo spagnolo intraprese allora un intervento drastico, ma controverso: la deviazione del fiume Turia a 12 chilometri dal centro di Valencia. Il nuovo corso del fiume fu concepito per gestire una capacità idrica di oltre 5.000 metri cubi, rispetto ai 3.700 del precedente tracciato.

Cristina Di Salvo, idrogeologa e ricercatrice presso l’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dice che per prevedere la tragedia di Valencia bastava analizzare i precedenti. "A Valencia nell’ottobre 1957 una catastrofe naturale provocò centinaia di morti. A causa della gota fria e dell’esondazione del Turia". Tuttavia, i lavori del progetto noto come “Plan Sur” si conclusero nel 1973 ma non furono interamente completati. I geologi dell’epoca, per prevenire definitivamente le alluvioni, avevano immaginato un grande bacino capace di contenere ben 164 milioni di metri cubici di acqua. Ma proprio quando dovevano partire i lavori, il dittatore Franco usò i soldi per la guerra di Ifni, combattuta tra le truppe spagnole e quelle dell’esercito di liberazione marocchino.

Di Salvo, che ha fatto attività di ricerca proprio a Valencia, spiega che la canalizzazione del Turia è stata "selvaggia". "Purtroppo sempre più spesso assistiamo a interventi dell’uomo nelle piane alluvionali e nelle aree golenali che impediscono al corso dei fiumi di espandersi e invadere zone sicure creando disastri». E questo perché «l’uomo edificando senza freno ha reso vulnerabili le aree costiere e ogni zona che poteva diventare alluvionale e salvare la popolazione. I fiumi escono dagli argini e sommergono abitazioni e opifici che non dovrebbero essere lì, è accaduto a Valencia e anche da noi".

Le parole della scienziata si inseriscono nelle polemiche che sono esplose gli ultimi giorni dopo l'alluvione di Valencia. In molti cercano di capire che cosa abbia provocato un fenomeno così violento che ha visto cadere, in sole otto ore, 400 millimetri di acqua, ossia l'equivalente di ciò che in quelle zone si registra solitamente in un anno intero.

Mentre alcuni puntano il dito contro il cambiamento climatico (ma in tanti ricordano che queste alluvioni ci sono sempre state, come appunto quella del 1957), altri ritengono che l'ultima violenta e improvvisa alluvione a Valencia possa essere stata "causata artificialmente tramite il cloud seeding, ossia l'inseminazione artificiale delle nuvole". Fra questi ci sono molti esperti, in primis l'agenzia meteorologica spagnola El Tiempo che, già ad agosto, aveva lanciato un'allerta riguardo ai rischi connessi a questi metodi artificiali, sottolineando che il Marocco stava sviluppando 20 progetti di cloud seeding nell'ambito del suo piano nazionale per combattere la scarsità idrica. Proprio il Marocco negli ultimi mesi è stato protagonista di nubifragi e inondazioni che hanno allagato grandi aree del deserto trascinando via tutto ciò che incontravano, dalle piante ai cammelli. In quel caso si era registrata la pioggia più abbondante degli ultimi 75 anni.

Anche negli Emirati Arabi le partiche di inseminazione artificiale delle nuvole nell'ultimo anno sono sfuggite al controllo umano, provocando alluvioni intense e inondazioni in molte aree. L'utilizzo del cloud seeding era stato ammesse dal governo stesso.

L'alluvione che si è verificata in Spagna ha una portata inaspettata, completamente diversa dalle alluvioni a cui si è abituati in quelle zone, esattamente come accaduto in Messico e negli Emirati Arabi. La causa, secondo diversi aspetti, consisterebbe proprio nel cloud seeding che, quasi sempre, provoca fenomeni violentissimi e incontrollabili.

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