14 Ottobre 2024
La violenza sessuale è avvenuta in uno stabilimento balneare di Arenzano, borgo sul litorale genovese di ponente. Un pomeriggio di fine luglio. Un uomo s’intrufola all’interno della struttura, entra nelle docce e costringe un bimbo di dieci anni a subire abusi sessuali. Dopo aver violentato il piccolo, fugge. I bagnanti che si trovano nei pressi della spiaggia, però, s’accorgono che è accaduto qualcosa: vedono il maniaco scappare e lo fotografano con il telefono. Saranno quegli scatti inviati alle forze dell’ordine subito dopo, a permettere ai carabinieri della compagnia di Arenzano di identificare e denunciare un insospettabile professionista torinese di 50 anni, che ora deve rispondere del reato di atti sessuali su minori. Accusa per cui rischia fino a sei anni di reclusione. Ma non solo. I militari stanno anche verificando se lo stesso possa aver compiuto altre aggressioni sessuali nella zona. Se dovessero emergere nuovi episodi le contestazioni potrebbero essere decisamente più gravi. La sua posizione, però, è al vaglio delle autorità e del caso si sta occupando il gruppo “codice rosso” della Procura, coordinato dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.
La collaborazione dei bagnanti è stata determinante per risolvere l’indagine: pur non riuscendo a bloccare il maniaco - anche se in quel momento non si era capito cosa fosse accaduto -lo hanno fotografato. Scatti e filmati che finiti sulla scrivania dei detective dell’Arma, e sono risultati determinanti per circoscrivere quanto accaduto . e soprattutto per rintracciare l’autore. Un compito che sarebbe stato difficilissimo senza quelle immagini, considerato che nella zona non c’erano telecamere e non esistevano legami tra la vittima e l’aggressore. I militari nei giorni scorsi, sul mandato del pubblico ministero, hanno effettuato una perquisizione nei confronti del presunto autore degli abusi e gli hanno anche sequestrato tablet e smartphone. I dispositivi saranno passati al setaccio nelle prossime settimane, anche per escludere che l’uomo abbia scattato foto o girato video sul bimbo o su altri minori. L’uomo, di fronte ai militari, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, non ha fornito giustificazioni di un gesto così grave. I genitori del piccolo, che avevano sporto denuncia, sono stati convocati dai carabinieri: a loro è stata spiegata la necessità che il figlio venga assistito in un percorso psicologico a causa del trauma subito. La coppia è residente a Genova.
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