23 Settembre 2024
Choc a Mestre dove il 26enne Giacomo Gobbato è morto accoltellato dopo aver provato a sventare una rapina ai danni di una donna. Il colpevole è un cittadino moldavo 48enne, poi arrestato dopo aver provato un altro scippo nei confronti di una turista giapponese. Il giovane ha provato ad aiutare una donna, vittima di una rapina nel centrale Corso del Popolo sulla terraferma veneziana. Un altro ragazzo è rimasto ferito.
Mestre teatro di una strage. Il 26enne Giacomo Gobbato è morto mentre provava a sventare una rapina. Il più classico tentativo di scippo messo in atto in tarda serata, in cui l'uomo stava provando a portare via presumibilmente la borsa ad una donna.
Un atto di generosità finito poi in tragedia. Il tutto è avvenuto intorno alle ore 23.00 di ieri sera, nel centrale Corso del Popolo. Due i giovani che sono entrati in azione per fermare il rapinatore, ma è stato Gobbato ad avere la peggio. Il killer ha tirato fuori il coltello e lo ha ucciso con una coltellata al petto. Il 26enne è morto dopo esser stato portato all'ospedale dell'Angelo, già in gravissime condizioni. L'amico che era con lui, un 25enne, ha riportato ferite alle gambe ma non sarebbe in pericolo di vita. Sono stati i residenti a chiamare le pattuglie dopo il trambusto. Entrambi frequentavano il centro sociale "Rivolta" di Marghera, che oggi su Facebook esprime "un dolore che toglie le parole"
"Questo per noi è il tempo del dolore, un dolore che toglie le parole. Quello che pensiamo, tutto quello che proviamo, troveremo il modo di dirlo. A breve. Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usate da chi semina odio. C'è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a se stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo. Ciao Giacomo, sarai sempre con noi".
Giacomo Gobbato era un tatuatore e musicista, che stasera si sarebbe dovuto esibire al Veneto Blaze, al centro sociale Rivolta. Figlio di un imprenditore jesolano, si era diplomato al liceo artistico e da alcuni anni lavorava in uno studio di tatuaggi a Vicenza.
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