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L'ex sindacalista Cisl Raffaele Meola assolto dall'accusa di violenza sessuale su una hostess, il giudice: "Lei ha reagito dopo 20 secondi, troppi"

Confermata la sentenza di primo grado del 2022, la responsabile legale dell'associazione Differenza Donna reagisce al verdetto

25 Giugno 2024

tribunale

fonte: imagoeconomica.it

Già nel 2022 il tribunale di Busto Arsizio (Varese) aveva stabilito che 20 secondi sono troppi per reagire a una molestia sessuale. Il 24 giugno i giudici della Corte d'Appello del tribunale di Milano lo hanno ribadito, assolvendo Raffaele Meola, ex sindacalista della Cisl, dall'accusa di violenza sessuale su una hostess.

L'ex sindacalista Cisl assolto dall'accusa di violenza sessuale in grado d'appello

L'episodio risale al marzo 2018, a Malpensa, in provincia di Varese. La donna, all'epoca assistente di volo, si era rivolta a Meola per una vertenza sindacale. Questi avrebbe iniziato a palpeggiarla, nel corso di un loro incontro, ma la donna avrebbe iniziato a reagire solo dopo 20 secondi. Per i giudici della Corte di seconda istanza 20 secondi di passività bastano a non dare prova del dissenso della hostess ed è così stata riconfermata la sentenza di primo grado del 2022. Il presidente del collegio di primo grado, Nicoletta Guerrero, aveva in realtà affermato che la presunta vittima era stata creduta, ma non era stata raggiunta la prova in dibattimento che comprovasse quanto denunciato dalla donna.

Le parole dell'avvocato Manente in risposta alla sentenza

Con la conferma della sentenza di primo grado, la Corte ha rigettato il ricorso presentato dal pubblico ministero Martina Melita, che all'epoca aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione, e dall'avvocato Maria Teresa Manente. L'avvocato, responsabile dell'ufficio legale dell'associazione Differenza Donna a cui la donna si era rivolta, ha reagito con fermezza alla seconda assoluzione di Meola. Commenta così la sentenza della Corte d'Appello di Milano: "Questa sentenza ci riporta indietro di 30 anni e rinnega tutta la giurisprudenza di Cassazione che da oltre dieci anni afferma che un atto sessuale, compiuto in maniera repentina, subdola, improvvisa senza accertarsi del consenso della donna, è reato di violenza sessuale e come tale va giudicato". Manente è ora intenzionata a fare ricorso in Cassazione. "L' attuale legge, commenta, "unitamente ad una giurisprudenza non specializzata, favorisce la vittimizzazione secondaria delle donne che denunciano e ciò è inaccettabile".  

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