21 Giugno 2024
Novità sulla strage del bus a Mestre. La consulenza tecnica della procura ha spiegato che l'incidente sarebbe avvenuto perché "lo sterzo del mezzo si è rotto per un perno ammalorato". Questo avrebbe reso il mezzo ingovernabile e causato la tragedia. Le barriere di protezione, usurate e danneggiate, avrebbero fatto il resto.
Un guasto meccanico dunque secondo i pm alla base della strage del bus a Mestre dello scorso 3 ottobre 2023, che provocò la morte di 22 persone e 15 feriti. Così il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi: "Una consulenza ha verificato la rottura del giunto che collega il volante alle ruote. Una rottura non derivata da altri urti, ma determinata dal cedimento di un perno del sistema di trasmissione".
"Le condizioni delle barriere del cavalcavia di Mestre non erano buone. Per il consulente non erano in grado di sopportare un urto come quello che è avvenuto. Erano usurate e aveva sofferto di una mancata manutenzione. Esistono delle immagini - ha aggiunto il procuratore - riprese dalle telecamere presenti all'interno del bus, che riprendono gli ultimi attimi vissuti dai passeggeri prima che vada giù dal cavalcavia, ma non sono state diffuse, se non alle parti, per la loro drammaticità. Una decisione dettata dal fatto che si coglie il momento esatto dell'urto e la reazione di molti occupanti, compresi i minori. Per questo abbiamo deciso di vietarne la diffusione e la pubblica visione".
Tra i deceduti c'era anche l'autista Alberto Rizzotto. Proprio il 40enne per diversi mesi è stato il soggetto più attenzionato per individuare le cause, non fosse altro che la pista del malore improvviso è sempre rimasta in piedi. Rizzotto aveva avuto problemi al cuore, e prima dell'incidente "era stato in pronto soccorso per problemi cardiaci". Il 40enne si era inoltre iscritto al gruppo Facebook Danni Collaterali, che riunisce coloro che hanno avuto effetti avversi da vaccino Covid.
Inoltre lo scorso gennaio, nonostante l'autopsia dei consulenti medico-legali dalla procura avesse escluso l'ipotesi infarto, è emerso come l'uomo soffrisse di una malattia coronarica che è "altamente probabile possa avere causato malore e morte improvvisa". L'autista aveva un’arteria discendente ostruita per il suo 75% che potrebbe avergli causato il malore improvviso fatale, nonostante le varie smentite. Ma l'autopsia non sarebbe stata in grado di definire questo dettaglio.
Quello che resta oggi è la consulenza tecnica della procura, che vuole mettere fine alla faccenda del bus precipitato dal viadotto. "L'autista si è comportato nel modo giusto. Dalla raccolta dei dati sul telefonino e dalle immagini delle telecamere risulta che l'autista ha ricevuto mail e messaggi in quei frangenti, ma non ha mai utilizzato il cellulare durante la corsa".
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