10 Maggio 2024
Papa Francesco (fonte foto Lapresse)
Cosa serve per invertire la tendenza della denatalità? A svelare la "ricetta" ci pensa Papa Francesco. "Serve coraggio. Mi rivolgo particolarmente ai giovani. So che per molti di voi il futuro può apparire inquietante, e che tra denatalità, guerre, pandemie e mutamenti climatici non è facile mantenere viva la speranza. Ma non arrendetevi, abbiate fiducia, perché il domani non è qualcosa di ineluttabile: lo costruiamo insieme, e in questo 'insieme' prima di tutto troviamo il Signore".
Intervenendo a Roma agli Stati Generali della Natalità Francesco ha aggiunto. "È Lui che, nel Vangelo, ci insegna quel 'ma io vi dico' che cambia le cose: un 'ma' che profuma di salvezza, che prepara un 'fuori schema', una rottura. Facciamo nostro questo 'ma', tutti, qui e ora. Non rassegniamoci a un copione già scritto da altri, mettiamoci a remare per invertire la rotta, anche a costo di andare controcorrente! Come fanno le mamme e i papà della Fondazione per la Natalità, che ogni anno organizzano questo evento, questo 'cantiere di speranza' che ci aiuta a pensare, e che cresce, coinvolgendo sempre più il mondo della politica, delle imprese, delle banche, dello sport, dello spettacolo e del giornalismo".
Papa Francesco ha continuato a farsi domande: "Come mai? Perché non si riesce a frenare questa emorragia di vita?". E a braccio, dopo aver notato che "nelle case non mancano i cagnolini e i gatti, mancano i figli", aggiunge: "C’è un dato che mi ha detto uno studioso di demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e di contraccettivi: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. Questi sono gli investimenti che danno più reddito, è brutto".
Papa Francesco ha contestato studi e teorie che "in passato mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società".
Il Papa lo dice con chiarezza: "Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo. Non sono i figli ma l’egoismo che crea ingiustizie e strutture di peccato, fino a intrecciare malsane interdipendenze tra sistemi sociali, economici e politici. L’egoismo rende sordi alla voce di Dio, che ama per primo e insegna ad amare, e alla voce dei fratelli che ci stanno accanto; anestetizza il cuore, fa vivere di cose, senza più capire per cosa; induce ad avere tanti beni, senza più saper fare il bene. E le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. No, il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici. Nonostante tante parole e tanto impegno, non si arriva a invertire la rotta".
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