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Savoia, l'attacco di Cardini: "Casata sleale, con storia di tradimenti e incoerenze: dai massacri del '15-'18 ai rapporti con Mussolini"

A pochi giorni dalla morte di Vittorio Emanuele di Savoia, lo storico Franco Cardini ha ripercorso la tormentata storia della casata più celebre d'Italia

07 Febbraio 2024

Savoia, l'attacco di Cardini: "Casata sleale, con storia di tradimenti e incoerenze: dai massacri del '15-'18 ai rapporti con Mussolini"

Fonte: facebook

Lo storico, saggista e medievista Franco Cardini ha lanciato diversi attacchi alla casata dei Savoia, che ha governato l'Italia dal 1861 al 1946. Cardini ha spiegato che, secondo lui, la storia della famiglia all'epoca più famosa e chiacchierata della Penisola non è caratterizzata da episodi di cui andare fieri ma, anzi, sarebbe piena di tradimenti ed incoerenze.

Savoia, l'attacco di Cardini: "Casata sleale, con storia di tradimenti e incoerenze"

"Per me, nato nel 1940, casa Savoia è ancora straordinariamente familiare ed è vivissimo il suo dramma nei miei ricordi di bambino e di ragazzo. Confesso quindi che mi sento profondamente ostile alla dinastia sabauda: e non al solo Vittorio Emanuele III, né solo per le leggi razziali del 1938 (che spero abbia firmato esclusivamente per viltà: il che è comunque indegno di un re e anche di un uomo), o per l'infame condotta dalla vigilia del 25 luglio alla fuga dell'8 settembre".

"Al "Re Soldato" e Primo Maresciallo dell'Impero non perdono l'entrata dell'Italia in guerra del 1940 (era lui, non Mussolini, il capo dello Stato), ma nemmeno la guerra di Libia del 1911 contro l'impero ottomano che era molto vicino alla Triplice Alleanza della quale l'Italia faceva ancora parte, né la condotta proditoria contro l'Austria vilmente maturata con il patto segreto di Londra e sfociata nel voltafaccia sleale e nel macello inutile e orribile del '15-'18, né l'aggressione del 1935 all'amica Etiopia, né il comportamento prima succube quindi sleale nei confronti del Duce"

"Ma la mia avversione contro l'ex casa regnante va ben oltre. La storia dei Savoia – con poche eccezioni, come quelle del principe Eugenio nel Settecento o del duca Amedeo d'Aosta nel secolo scorso – è un'ininterrotta vicenda di "giri di walzer" diplomatici, d'incoerenze e di autentici tradimenti".

Cardini: "Ai Savoia non perdono i massacri del '15-'18 e i rapporti con Mussolini"

"Non si salvano neppure il "Re Tentenna" Carlo Alberto; né il Re Galantuomo Vittorio Emanuele II che per ambizione e per slealtà nei confronti delle cancellerie di mezza Europa abbracciò la causa infelice di un'Italia accentrata e unitaria secondo il modello bonapartista (mentre tutta la storia della penisola è strutturalmente policentrica, quindi indirizzata al federalismo: avevano ragione Rosmini e Cattaneo); né il Re Buono Umberto I, cannoneggiatore di operai e artefice d'una scellerata e sfortunata impresa coloniale, la prima guerra italo-etiopica".

"Del Re Soldato Vittorio Emanuele III abbiamo già detto. A proposito del "Re di Maggio" Umberto II, meglio è tacere per carità di patria. Della sua consorte Maria José, che non mi stava simpatica, mi dice un gran bene l'amico e collega Agostino Paravicini Bagliani che ha collaborato con lei nell'ambito d'istituzioni culturali da lei sostenute: e dell'illustre storico del pontificato romano mi fido. Quanto ai figli dell'ultima coppia regnante, ho personalmente stima di Maria Gabriella: ed è tutto".

"Vittorio Emanuele di Savoia, pretendente alla corona d'Italia, ha sulle spalle varie cosette e cosucce indecorose: e tutti ricordano, a non voler dir altro, il "pasticciaccio brutto" di quel colpo d'arma da fuoco forse preterintenzionale e di quel giovane vittima forse di una fatalità. Con tutto ciò, egli resta la propaggine di una dinastia che ha contribuito nel bene e nel male alla storia del nostro Paese".

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