25 Settembre 2023
Motisi, Cubeddu e Cinquegranella
Con la morte di Matteo Messina Denaro, il temuto capo di Cosa Nostra, le forze dell'ordine si concentrano ora su tre superlatitanti rimasti nel mirino delle autorità italiane. Questi individui, noti per i loro gravi crimini, sfuggono ancora alla giustizia. I nomi di Giovanni Motisi, Attilio Cubeddu e Renato Cinquegranella restano nell'ombra, ma le autorità non hanno alcuna intenzione di rinunciare alla loro cattura.
Giovanni Motisi - "u Pacchiuni" Motisi ha 64 anni ed è originario di Palermo. La sua lista di reati è impressionante, risalendo al 1998 con l'accusa di omicidi, continuando nel 2001 con l'associazione di tipo mafioso e altri crimini, e nel 2002 con l'accusa di strage e altro ancora. È anche considerato uno dei mandanti dell'omicidio di Ninni Cassarà, capo della Sezione Investigativa della squadra mobile di Palermo e stretto collaboratore di Giovanni Falcone. Motisi è stato condannato all'ergastolo, ma rimane latitante. Nel 1999, sono state diramate le ricerche a livello internazionale per l'arresto ai fini estradizionali.
Attilio Cubeddu, noto come il killer di fiducia di Totò Riina, è un altro criminale di alto profilo. È ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso e altri reati, e dal 2002 per strage. Come Motisi, anche Cubeddu deve scontare l'ergastolo. Nel 1999, le autorità emisero un mandato di cattura internazionale a suo carico. Le sue ultime tracce risalgono a quell'anno, quando partecipò a una festa di compleanno della figlia e venne fotografato. Tuttavia, le pareti della location furono coperte con lenzuola bianche per impedire il riconoscimento.
Renato Cinquegranella, di 74 anni e originario di Napoli, è un altro camorrista ricercato dalle autorità italiane. La sua latitanza risale al 6 ottobre 2002, e deve rispondere di una serie di gravi reati, tra cui associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione illegale di armi, estorsione e altro ancora. Nel 2018, è stato emesso un mandato di cattura internazionale per l'arresto ai fini estradizionali.
Cinquegranella è coinvolto nell'omicidio di Giacomo Frattini, affiliato alla Nco, avvenuto nell'82. È stato anche parte del commando delle Brigate Rosse che uccise Antonio Ammaturo, capo della Squadra mobile, e il suo agente di scorta Pasquale Paola nel luglio dell'82, un omicidio che sancì una pericolosa alleanza tra la camorra e le Brigate Rosse.
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