03 Agosto 2023
Andrea Purgatori, fonte: imagoeconomica
Andrea Purgatori, il giornalista morto a 70 anni lo scorso 19 luglio, aveva “svariate metastasi in tutto il corpo e sarebbe morto comunque” al di là dell’errore medico nella diagnosi.
Lo ha stabilito l’autopsia effettuata sulla salma del giornalista il 26 luglio dalla quale è emerso che la situazione dell’uomo era comunque grave e che il tumore aveva raggiunto uno stadio irreversibile estendendosi ad altre parti del corpo, profilando un’aspettativa di vita piuttosto breve.
Questo esito dal punto di vista giuridico, potrebbe cambiare le carte in tavola perché non dovrebbero esserci imputazioni di responsabilità nei confronti dei medici che avevano in cura il giornalista: il nesso causale tra errore nella diagnosi e decesso potrebbe non sussistere perché Purgatori aveva, a prescindere, una ridotta aspettativa di sopravvivenza e quindi verrebbe di conseguenza meno la sussistenza della responsabilità medica che, nel nostro ordinamento penale, è punita se la condotta è tale da nuocere al paziente “con un grado di probabilità, prossimo alla certezza”.
Secondo i medici legali nominati dalla Procura di Roma, il tumore primitivo era posizionato nei polmoni ed è questo che avrebbe causato l’arresto cardiorespiratorio. Ovviamente gli accertamenti sono ancora incompleti e queste restano solo ipotesi al momento. I medici legali, tra radiologi e anatomopatologi si incontreranno il prossimo 6 settembre per commentare gli esiti degli esami istologici di tessuti e organi, che potranno fornire informazioni più precise.
Il dubbio è che le metastasi possano aver influito sulla funzionalità degli altri organi, tra cui quelli vitali come fegato, cuore, cervello e reni, per questo motivo, non si esclude che i consulenti possano chiedere ulteriori indagini anche di natura microbiologica per riscontrare la presenza di agenti patogeni infettivi per quanto riguarda la questione dell’infezione (pericardite settica). Al momento i medici non parlano di infezioni, ma l’unica informazione trapelata è quella delle “svariate metastasi”.
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