28 Giugno 2023
Hotspot di Lampedusa (fonte: Twitter @eugenio_zoffili)
Una rete di passeur dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è stata smantellata dalle autorità competenti, grazie all'operazione congiunta della Dda di Trieste e della polizia locale. L'inchiesta ha rivelato un modus operandi crudele, con botte inflitte ai migranti che si rifiutavano di camminare e l'utilizzo di somniferi per tranquillizzare i bambini e evitarne il pianto che avrebbe potuto attirare l'attenzione. Il traffico di esseri umani avveniva a piedi, attraverso i boschi, lungo il confine tra Slovenia e Croazia, per poi raggiungere Pomjan, in Slovenia.
Le indagini, avviate nel 2022, hanno documentato ben 32 episodi di spostamenti in massa di migranti. In ogni occasione, decine di loro venivano trasferiti da un luogo all'altro. I passeur partivano da Trieste, sede dell'organizzazione, nel pomeriggio, e si dirigevano verso Pomjan, in Slovenia, dove i migranti venivano radunati grazie a referenti che operavano lungo la rotta balcanica.
Durante il percorso nei boschi, i migranti venivano talvolta alterati dall'assunzione di bevande energetiche in grandi quantità, al fine di combattere la stanchezza. Una volta giunti a Pomjan con i passeur, salivano a bordo di automobili per raggiungere la periferia di Trieste, mentre i passeur utilizzavano altri mezzi. L'organizzazione guadagnava tra i 200 e i 250 euro per ogni migrante per organizzare e portare a termine questa parte del viaggio.
L'operazione di polizia, svolta tra lunedì e ieri, ha portato all'esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone provenienti principalmente dall'Albania e dal Kosovo. La squadra mobile di Trieste, in collaborazione con la polizia locale Sisco, ha eseguito le misure cautelari, con il coordinamento della direzione centrale anticrimine della polizia e il supporto operativo delle squadre mobili di Bologna, Rimini, Pesaro Urbino e Treviso, dei reparti prevenzione crimine di Padova, Bologna e Reggio Emilia, e delle forze di polizia francesi, slovene, kosovare e albanesi.
Complessivamente, sono state indagate circa trenta persone, alcune delle quali sono state già arrestate in Slovenia. Le accuse nei loro confronti ammontano a una trentina, tra cui l'associazione a delinquere.
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