16 Giugno 2023
Dice la pubblica opinione, pubblica da social, sui cinque pirati stradali social che hanno appena ammazzato un bambino a Roma: non è colpa dei social, ma dell’educazione, della cultura. Che è come dire: non è colpa dei social ma dei social. No ma anche il coltello, insistono con argomenti un po’ andanti, può servire ad affettare il pane o una persona. Sì, ma il coltello è stato inventato dall’uomo primordiale proprio per sfamarsi, per sopravvivere e poi si è capito che tornava utile anche per sopprimere il nemico, i social sono stati creati sessantamila anni dopo con l’esclusivo scopo di rovinare l’uomo illudendolo di diventare ricco: questi monetizzavano chi dice due, chi dice seicentomila euro con imprese da teste di cazzo, seguite da un milione di pari grado: funziona così e non c’è altro da dire, non è che ci sono tanti ragionamenti filosofici da fare. Non tutto, vogliamo dire, si presta a una interpretazione non binaria, per dirla come usa oggi, ci sono cose che sono negative e basta e il mondo social è una di queste non perché crei mostri ma perché estrae dall’umanità miserabile di suo gli aspetti più laidi e mostruosi. I cinque tiktoker o youtuber, per dire ragazzini ricchi e arroganti, hanno continuato a filmare anche dopo l’incidente, il piccolo Manuel morto stritolato “nella Smart del supermercato”, come piaceva dire a questa feccia giovanile, e loro riprendevano per mostrare ai seguaci, per farne guadagno. E i genitori, subito accorsi: non preoccupatevi, è stata una bravata, adesso mettiamo tutto a posto con la polizia e con la magistratura. L’arroganza di chi con quattro soldi in tasca si crede potente: c’è tanto di registrazioni, i filmetti, le clip sono delizia ma anche croce, anche Nemesi e adesso li inchiodano.
Un problema di educazione, “de dialoggo” come diceva quella psicologa sfiorita al telegiornale? Non è arrivata una sola parola non diciamo di pentimento, che è merce inflazionata, ma almeno di ripensamento, non di sofferenza ma di perplessità, di sconcerto dopo l’omicidio di un piccolo di 5 anni: anzi si sono messi, tutti e cinque, a cercare le telecamere, a inventare versioni ignobili, c’è stato perfino chi ha dato la colpa alla vittima, alla madre che ha avuto la disgrazia di incrociarli per un viale di Casal Palocco. Insomma se l’è cercata. E questi correvano come folli su una Lamborghini da giorni nell’indifferenza del quartiere. Quanti sono i responsabili di questo assassinio infame ma perfettamente figlio del tempo? Il pilota, che guidava intossicato; gli altri quattro, in tutto complici; il concessionario che ha guardato solo la carta di credito e adesso farfuglia di “questione complessa, da appurare”, come fanno sempre i cialtroni; il vicinato che vedeva e non interveniva; i vigili urbani che non sono mai accorsi, come fosse normale un bolide in corsa guidato da neopatentati alterati in un quartiere romano per 50 ore di fila. Sarebbe meglio stesse zitto anche il sindaco Gualtieri che quando c’è qualcosa di immondo per la città lui non c’è mai, sta altrove, al gaypride, al centro sociale occupato, a pagare l’apprendista regista antagonista con 250mila euro, e se non è corruzione questa non si capisce quale altra lo sia.
Problema de dialoggo? Con questi non ci ragiona manco Gesù Cristo, Questa è feccia, figli, genitori, tutti, è carne morta e non si salva. Ovvero si salva non nella coscienza corrosa, abortita, ma dalle conseguenze perché tanto la magistratura perdonista e cattocomunista non farà altro che spedirli da qualche prete morboso e balordo quanto loro, di quelli che per ogni criminale pigliano la retta e poi lo mandano assolto. Il resto lo fa l’opinione pubblica social. Uscito il mio pezzo di ieri, su questa testata, sono immediatamente spuntati i giustificazionisti, i garantisti, i provocatori, i comici falliti, perfino un profilo intestato all’intrattenitore radiofonico Parenzo, quello somigliante al comico Alvaro Vitali. Non so chi ci fosse davvero dietro, so però che era tutta gente della sinistra pacifista, genderista e antagonista, tendini, terroristi climatici, sardine, filobrigatisti e la cosa può sembrare strana a un ingenuo ma ha invece una sua logica ferrea: odiano il cadavere di Berlusconi, cui imputano la degenerazione giovanile per via televisiva, ma se mai i degenerati della tivù commerciale siamo stati noi, ragazzi degli anni Ottanta: adesso ci sono i social che è una faccenda tutta diversa e controllata dalla sinistra censoria e mercadora, tutti quelli che difendono i “toker” o “tuber” criminali hanno come orizzonte Chiara Ferragni, profetessa del qui e ora definita “una rivoluzionaria”, di cui assorbono l’etica del lavoro, curiosa etica, un lavoro che non produce, non crea, fondato sull’esibizione di sé, miserabile degenerazione post capitalistica ma questi riescono ad essere solidali con la degenerazione e avversi al capitalismo, inclusa l’attitudine all’evasione fiscale perché i tuber o toker non sarebbero tenuti, per i laudatores, a denunciare quanto lucrato.
Sono parassiti, non esistono, è chiaro, non possono essere presi sul serio in alcun modo, neppure per un momento. Ma la tendenza è questa e non è possibile non registrarla. Per gli adepti dei Ferragnez i balordi in Lambroghini “stavano lavorando” e la morte, cercata, di un bambino è un incidente sul lavoro. La prima a pubblicare i profili dei responsabili è stata “Repubblica”, in modo asettico, comprensivo, vagamente esaltatorio, quasi a suggerire al PD di Elly Schlein forze nuove, fresche. Ancora vent’anni fa la sinistra presocial avrebbe gridato alla pena di morte per individui di questa risma, oggi li difende mentre a chiedere punizioni esemplari è la destra anche se senza troppa convinzione. Ma non temete, alla fine risolverà tutto la magistratura: sì, qualche comportamento discutibile, ma nessuna volontà, sono ragazzi, non vanno criminalizzati, “nessuno tocchi Caino”, condanna teorica, per punizione il soggiorno alla comunità sociale dal prete sociale, così tutti ci guadagnano qualcosa, e nella motivazione il solito moralismo sociologico che si conclude fatalmente dando la colpa alla società, come facevano i francofortesi della Nuova Sinistra, al profitto come voleva Marcuse, che non ci sta mai male, inoltre ai cambiamenti climatici e magari con velata allusione “alle destre oggi al potere, le peggiori di sempre”. Insomma non pagherà nessuno e sarà già tanto se quella disgraziata madre non verrà chiamata lei a rispondere della colpa d’essersi trovata sulla traiettoria di questi cinque morti dentro, cinque mostriciattoli putridi. Potrà suonare provocatorio, eccessivo a chi legge, ma io i miei polli, anche togati, li conosco da 30 anni e accetto scommesse. Questi zombie morali sono mostri ma non gli unici. Mostri fra mostri, e il potere non ha nessuna intenzione di processarli, si aprirebbero troppe questioni. Stando così le cose, non resta che accettarlo: la società dissociata è questa e non si redime, non c’è psicologa o prete che tenga, ormai qualsiasi troietta aspirante a tutto per prima cosa apre una pagina su Onlyfans che è un postribolo digitale e poi si vende al porno turistico e moralistico, nel plauso generale: brava, così si fa, l’importante è guadagnare, una attività è lavoro se e in quanto remunerativa, di qualsiasi cosa si tratti. Stando così le cose, le proposte dei politici pariolini di regolamentare i social assumono il valore di una soluzione manicomiale: il sistema immunitario sociale è saltato, tanto vale rendersene conto e aspettarsi un nuovo peggio. La settimana scorsa stavamo a discutere del barista killer che ha fatto fuori con 40 coltellate la fidanzata incinta, oggi non ne parla più nessuno, domani anche questi che filmano la loro vittima di 5 anni verranno dimenticati, cancellati da qualcuno di ancora peggiore.
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