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Acciaierie di Sicilia ferma la produzione a causa del caro energia: due settimane di stop, 500 lavoratori a casa

I sindacati lanciano l'allarme ma il costo delle bollette comincia a farsi sentire. L'azienda rimase chiusa anche in estate, una settimana fa la ripartenza e adesso il nuovo stop

08 Settembre 2022

Acciaierie di Sicilia ferma la produzione a causa del caro energia: due settimane di stop, 500 lavoratori a casa

Facebook: Vittorio Conati

Iniziano a fermarsi le prime aziende importanti dopo in seguito alla crisi energetica e al conseguente caro bollette. Acciaierie di Sicilia infatti ha stoppato la produzione per due settimane. La società del gruppo Alfa Acciai a Catania è famosa per produrre tondini di acciaio e cemento armato. E dire che l'azienda ha visto già uno stop da giugno ad agosto. La scorsa settimana è ripartita ma si è dovuta nuovamente fermare.

Acciaierie di Sicilia si ferma a causa del caro energia

Il motivo dello stop è dovuto ai costi insostenibili dell'energia e al conseguente calo di commesse. Linee produttive già ferme durante i mesi di giugno e luglio con conseguenti disagi ed operai lasciati a casa. Adesso, durante il periodo in cui le bollette cominciano a toccare vette alte, l'azienda potrebbe fare da apripista a chi non riesce a sostenere le spese. Sono circa 500 i dipendenti che verranno lasciati a casa.

I sindacati lanciano l'allarme: "Acciaierie di Sicilia è a rischio. Siamo preoccupati: Catania e tutta l'Isola rischiano un nuovo dramma occupazionale, sociale - scrivono le segreterie territoriali e le rappresentanze sindacali di Uilm e Fiom - La nuova chiusura per Acciaierie di Sicilia arriva dopo appena una settimana di lavoro e un'altra è stata annunciata per la prossima settimana. Nonostante tutto, Regione e Governo continuano a non intervenire e a rimanere in silenzio. Ormai da tempo si parla di Energy Release ed Isole, di energia che in Sicilia e Sardegna costa più che nel resto d'Italia, ma nessuno fa nulla per rimediare a questa stortura".

"Ci troviamo di fronte ad uno scenario - aggiunge il segretario provinciale della Ugl Metalmeccanici Angelo Mazzeo - in cui l'imprenditore vorrebbe continuare a lavorare e creare sviluppo, ma deve fare i conti con un incremento di spese di oltre il 200% e con aiuti disposti dallo Stato che non servono neanche a garantire un minimo di sollievo".

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