14 Febbraio 2022
Fonte: lapresse.it
Fabrizio Pregliasco espone la sua opinione sull'obbligo di Super Green pass sul lavoro per gli over 50, rivelando la "scelta politica" della misura: Intervenuto all'Adnkronos Salute, il virologo ha infatti dichiarato che: "L'obbligo è un elemento che vuole garantire, seppure in una fase di relativa tranquillizzazione" dei contagi Covid, "una base vaccinale al maggior numero di persone possibile. Il razionale dell'insistenza della vaccinazione a mio avviso c'è come necessità". Imporre l'obbligo per poter lavorare però, secondo Pregliasco "è una scelta della politica".
Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, evidenzia come però questi strumenti per raggiungere l'obiettivo siano "scelte politiche". Pregliasco continua: "La prospettiva è che questo virus resterà tra noi e quest'inverno, dopo un'estate tranquilla ci sarà un'altra ondata, magari non rilevante. Per questo è importante arrivare alla prossima stagione con il maggior numero delle persone protette. Poi sottolinea: "Anche perché anche la strategia vaccinale cambierà. Una quarta-quinta dose per tutti è impossibile. Diventerà una strategia vaccinale uguale a quella dell'influenza, quindi raccomandata, non obbligatoria, e mirata su soggetti fragili e soggetti a rischio".
In un'altra intervista al Corriere, Pregliasco si è soffermato su alcuni temi caldi, come quello delle mascherine. L'11 febbraio è decaduto l'obbligo del dispositivo di protezione all'aperto e a tal riguardo il virologo dichiara: "Diventerà un accessorio come gli occhiali da sole o come l’ombrello, da usare quando serve, quando non si rispettano le distanze. Serve un equilibrio fra emergenza e disattenzione perché la mascherina rimane un elemento molto importante per la riduzione del rischi".
Per Pregliasco questo non è un "liberi tutti", è un segnale che va interpretato e "per questo ci vuole responsabilità, un equilibrio fra niente e tutto". Conclude: "C’è un grande desiderio di normalità, di sorridere e abbracciarsi. Adesso potremo tornare a riscoprire l’emozione dei volti delle persone, anche quelle che non riconosciamo più perché rimanevano visibili solo gli occhi".
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