17 Gennaio 2022
fonte: Twitter @fisco24_info
La Comunione ai fedeli distribuita solo da ministri o addetti vaccinati; sono queste le richieste del vescovo di Cremona Antonio Napolioni contenute in una lettera indirizzata ai religiosi della diocesi. Nella missiva, l'ecclesiastico riprende le raccomandazioni della Cei sulla vaccinazione dei fedeli, ribadendo la necessità di garantire la sicurezza sanitaria all'interno degli ambienti di preghiera. Per Napolioni, la Comunione dovrebbe pertanto essere distribuita soltanto da ministri vaccinati, o in mancanza di questi da personale con le medesime caratteristiche.
All'interno della lettera, indirizzata ai sacerdoti, ai diaconi e ai religiosi della diocesi di Cremona, il vescovo ha spiegato: "Non sto a ripetere le tante motivazioni che giustificano questa richiesta e faccio appello al sensus ecclesiae che per noi cristiani dovrebbe essere un ulteriore fattore di discernimento". La lettera riprende le disposizioni annunciate qualche giorno fa dalla Conferenza Episcopale Italiana, in cui venivano enunciate le misure da intraprendere per scongiurare la diffusione del virus in ambito liturgico e pastorale.
"I fedeli - ha aggiunto poi il Napolioni - partecipanti alle nostre celebrazioni, i quali talvolta segnalano timori e preoccupazioni, siano messi in grado di confidare nella nostra necessaria prudenza nei comportamenti". Per il vescovo rimane dunque di fondamentale importanza che i presbiteri rispettino una delle tre condizioni necessarie indicate dalla normativa: vaccinazione, guarigione da non oltre 180 giorni o test negativo da non oltre 48 ore. Da qui la raccomandazione di Napolioni: "Personalmente vorrei che la Santa Comunione fosse distribuita, e a maggior ragione, portata agli ammalati, da ministri vaccinati. Qualora ciò non fosse possibile, si incarichi ad actum una persona idonea, religiosa o laica, dotata di avvenuta vaccinazione".
Già lo scorso mese di settembre la Cei, nella lettera intitolata Curare le relazioni al tempo della ripresa, chiedeva di "incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione", pur ribadendo l'impossibilità per essa di disporre un qualsiasi tipo di obbligo vaccinale. Questo aspetto infatti, veniva demandato "alle competenti autorità dello Stato". Nel documento, la Conferenza dei vescovi indicava inoltre alcune delle figure che per prime avrebbero dovuto immunizzarsi per garantire il corretto svolgimento dell'attività pastorale: "I ministri straordinari della Comunione eucaristica; quanti sono coinvolti in attività caritative; i catechisti; gli educatori; i volontari nelle attività ricreative; i coristi e i cantori".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia