07 Ottobre 2021
Fonte: lapresse.it
La terza dose del vaccino Covid è un tema spinoso, e l'immunologo Andrea Crisanti lo sa bene. Ma non teme confronti, dato che nella sua testa vorrebbe la vaccinazione eterna per gli italiani. Il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova ha espresso il suo parere su quanto pensa in tema di richiami per prevenire il Covid19, con parole perentorie che non accettano compromessi.
"In Italia la situazione Covid è in questo momento positiva. Ci dobbiamo chiedere: perché siamo diversi dall'Inghilterra? Perché ci siamo vaccinati più tardi", afferma Crisanti lanciando un'invettiva contro la durata della copertura vaccinale. "Se probabilmente questa è la ragione più plausibile, allora è chiaro che andrà portato avanti un programma sistematico di vaccinazione che preveda anche la terza dose. Altrimenti arriveremmo a una situazione peggiore dell'Inghilterra nel giro di 4 mesi", sentenzia l'esperto.
Il direttore si schiera anche contro le riaperture del Regno Unito, facendo intendere che non approva il "liberi tutti". "Va tenuta presente una cosa: che raggiungere un equilibrio come quello dell'Inghilterra, che ha 30-40mila casi al giorno e 150 decessi quotidiani, socialmente ed eticamente non credo sia una cosa accettabile per lungo tempo", dice Crisanti. Per l'esperto se seguissimo le direttive di Londra (che ha tolto tutte le restrizioni) "ogni anno avremmo circa 55mila morti Covid, cioè un numero pari al 9% di tutti i decessi annui di un Paese. E io non penso che sia accettabile avere un carico così elevato. Perché poi alla fine si pongono delle problematiche di questo tipo, etiche e di accettabilità sociale".
Per Andrea Crisanti la terza dose "deve coinvolgere praticamente tutti. Altrimenti non avremo la copertura necessaria". E in merito a questo chiede di andare pesante con le vaccinazioni a tappeto perché "non è pensabile aspettare i 12 mesi della scadenza del Green pass", denuncia il virologo. "Il Green pass dal punto di vista della sanità pubblica così non ha senso. Se vogliamo renderlo uno strumento di sanità pubblica, il Green pass deve durare 6 mesi ed essere dunque rinnovato dopo il richiamo", chiede Crisanti. Una denuncia che, di fatto, ammette l'assurdità del vaccino come garanzia contro i contagi, e di conseguenza del Green pass stesso.
"La riapertura delle discoteche, come l'aumento della capienza degli stadi, sono azioni che non possono essere disgiunte da un programma sistematico di vaccinazione anti-Covid che preveda anche la terza dose", continua il direttore del Dipartimento malattie infettive. "Tutti i provvedimenti vanno presi in base a due fattori: la situazione epidemiologica attuale e la sua prospettiva evolutiva. La situazione attuale sicuramente è positiva perché abbiamo pochi decessi al giorno, intorno a 30-40, che sicuramente riflettono livelli di trasmissione bassi", sottolinea.
Un'affermazione che sa di ricatto, e che Crisanti preme ad avanzare: "Se misure come l'apertura delle discoteche e l'aumento delle capienze sono accompagnate da piano di vaccinazione della terza dose per i fragili, gli anziani, e per tutti quanti hanno senso. Altrimenti rischiamo di arrivare a una situazione peggiore di quella inglese in poco tempo".
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