24 Febbraio 2022
Nella suggestiva cornice di Palazzo Reale a Milano è stata inaugurata l'esposizione monografica "Joaquín Sorolla, pittore di luce", dedicata alla produzione del grande artista spagnolo che, a cavallo tra '800 e '900, rinnovò la pittura iberica e la traghetto nella Belle Époque.
"Quando si entra nello studio di Joaquín Sorolla, sembra di andare incontro al mare e al cielo; non è una porta che si chiude dietro di noi; è una porta che si apre al mezzogiorno", scrisse il poeta spagnolo Juan Ramón Jiménez, descrivendo con precisione la sensazione che, ancora oggi, accompagna l'osservatore contemporaneo davanti ai gochi di luce e ai colori vivi, brillanti delle 60 tele esposte a Palazzo Reale. Un percorso espositivo che ripercorre la straordinaria evoluzione artistica del pittore valenciano, caratterizzata dall'attento studio della luce, rigorosamente en plein air, anche per i soggetti più impegnativi e di grande formato. Un linguaggio artistico che dona ai quadri di Sorolla spontaneità e immediatezza.
"L’arte di Joaquin Sorolla porta i visitatori a incontrare la luce del Mediterraneo, a scoprirla mentre attraversa giardini, paesaggi, volti", ha commentato durante l'inaugurazione Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura di Milano. "Il ricco percorso espositivo, realizzato in collaborazione con la Fundación Museo Sorolla di Madrid e curato da Micol Forti e Consuelo Luca de Tena, ripercorre l’intera vita artistica di Sorolla e avvicina il pubblico di Palazzo Reale all’arte di un maestro poco celebre in Italia, ma fondamentale nella storia dell’arte europea durante la stagione della Belle Èpoque. Un contributo fondamentale alla conoscenza e un’occasione preziosa per approfondire l’arte di un grande maestro spagnolo, che confermano la vocazione internazionale di Palazzo Reale".
"In questo museo non dimentichiamo mai parti significative della storia dell'arte", ha detto Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale. "In questi anni abbiamo valorizzato artisti che nel corso del '900 hanno avuto delle alterne fortune, come Carrà, De Chirico e, ora, Sorolla. Ci interessa dare una lettura più completa della storia dell'arte del '900, senza soffermarci solo sugli artisti e sui movimenti più conosciuti. Tra l'altro Sorolla ha sempre avuto un legame molto forte con l'Italia. Arrivò nel nostro Paese a 22 anni, è stato esposto tantissime volte alla Biennale di Venezia e anche a Roma nel 1911, quando si celebrarono i primi 50 anni dell'unità d'Italia".
Domenico Piraina a Il Giornale d'Italia:
"Le mostre di Tiziano, inaugurata ieri, e di Sorolla rappresentano due progetti diversi, ma accomunati dalla volontà di dedicare questa stagione di Palazzo Reale alla bellezza, un elemento di cui abbiamo tutti bisogno dopo due anni di pandemia. Joaquin Sorolla è un artista molto diverso da Tiziano ed è poco conosciuto in Italia, ma sono sicuro questa mostra sarà una grande scoperta per tutti".
"Le 15mila prenotazioni che abbiamo ricevuto per la mostra di Sorolla ci confortano e testimoniano quanto le persone credano nella qualità dei progetti culturali che Palazzo Reale propone".
"Il Comune di Milano sta lavorando intensamente sui progetti culturali realizzabili grazie ai fondi del PNRR. Ad esempio, è stata finanziata la BEIC, una biblioteca di livello internazionale per la città di Milano. Oltre a questo, stiamo lavorando per il raddoppiare l'Arengario. Insomma, si tratta di progetti che incideranno notevolmente sul rafforzamento delle proposte culturali della nostra città".
"È in divenire una collaborazione tra Milano e le più importanti città d'arte. Ho partecipato con l'Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi alla presentazione di una mostra dedicata alle tre pietà di Michelangelo, realizzata dal Museo del Duomo di Firenze. Stiamo lavorando per portare a Palazzo Reale un progetto rivisitato, ma sempre inerente alle tre pietà, entro la fine di ottobre 2022".
Tommaso Sacchi a Il Giornale d'Italia:
"I 135 milioni destinati alla cultura che arriveranno alla città di Milano dal Recovery Fund sono fondamentali. Questo è stato possibile soprattutto grazie al Ministero della Cultura e al Ministro Franceschini, con il quale c'è condivido una visione assolutamente sinergica sulle nuove istituzioni della cultura".
"Dalla biblioteca europea BEIC, passando per il Museo dell'arte digitale, il Museo della Resistenza, fino al polo museale dell'arte moderna Arengario che completerò il Museo del Novecento. Sono tutte grandi operazioni infrastrutturali che vedono la cultura come chiave della ripartenza di Milano. È un contesto non facile, tra la pandemia e la dolorosa guerra scoppiata in Ucraina, e questi investimenti danno un segno di speranza".
"Il Ministero ha stanziato, inoltre, due milioni per le periferie milanesi, dove allestiremo un reticolo di iniziative ed eventi culturali. Un modo per emergere quelle tante realtà che nella periferia urbana esistono e producono cultura".
"Ho partecipato all'inaugurazione di una mostra itinerante che legherà le tre città italiane che, con le tre Pietà, hanno una presenza michelangiolesca: Milano, Roma e Firenze. Arriverà qui a Palazzo Reale, negli ambienti monumentali della Sala delle Cariatidi. Positivo vedere come queste tre città d'arte lavoreranno insieme nel segno di Michelangelo".
Micol Forti, curatrice della mostra, a Il Giornale d'Italia:
"Presentare al pubblico di Palazzo Reale un artista poco noto come Joaquín Sorolla non è una sfida facile. Ma sono sicura che questo artista così affascinante, pieno di poesia e così innamorato del suo lavoro".
"Sorolla è stato sempre molto attento a restituire allo spettatore l'emozione che lui provava davanti a un paesaggio o a determinato contesto. La sua pittura doveva far immergere in quell'emozione, attraverso la luce e l'atmosfera catturata sulla tela. Ha lavorato sempre en plen air e dal vivo proprio per far sì che la bellezza, la gioia e la poesia fossero il risultato finale del suo lavoro".
"Si differenzia dagli impressionisti soprattutto dal punto di vista del trattamento del soggetto. Per Sorolla il soggetto rimane l'elemento principale del quadro: il gioco dei bambini, il lavoro dei pescatori, le chiacchere delle signore sulla spiaggia. A differenza degli impressionisti, non è interessato al puro riflesso ottico e al dato percettivo. La sua pittura è sempre tesa a costruire la forma, in senso classico e plastico".
Marco Minoja, direttore della Direzione Culturale del Comune di Milano, a Il Giornale d'Italia:
"L'annuncio della fine dello stato di emergenza il 31 marzo ci dà molta gioia. Questo per il mondo della cultura significa sperare in una ripartenza a numeri pieni, con luoghi della cultura pienamente accessibili in maniera aperta. Il mondo della cultura non si è mai veramente fermato ma ora, finalmente, possiamo dirigerci verso una vera riapertura".
"Per quanto riguarda l'azione governativa, è stato dato un grande supporto alle imprese e all'attività professionale del nostro settore. È stata progressivamente riconosciuta la sicurezza dei luoghi della cultura. Questo è stato è stato un risultato raggiunto grazie al grande lavoro delle città".
"Questo periodo pandemico ha indubbiamente allontanato le persone dall'arte. La ripresa non sarà facile: bisogna fidelizzare nuovamente il pubblico e convincerlo a ritornare nei musei, nei teatri, nei cinema. Queste strutture hanno avuto grandi difficoltà durante la pandemia. Sono però convinto che l'offerta culturale di alto profilo che le città italiane sanno dare aiuterà questo ritorno".
La mostra, aperta al pubblico dal 25 febbraio al 26 giugno 2022, è stata realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura e lo Sport della Spagna, il Museo Sorolla e la Fundación Museo Sorolla, grazie al prestito di un nucleo rilevante di opere. Il progetto vede la collaborazione di prestigiose istituzioni museali internazionali come il Museo de Bellas Artes di Valencia, l’Hispanic Society di New York, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia, i Civici Musei di Udine e i Musei di Nervi Raccolte Frugone.
La mostra ripercorre tutto l’arco della carriera di Joaquín Sorolla y Bastida, dagli esordi negli anni Ottanta dell’Ottocento nella natia Valencia fino alla morte, sopraggiunta nel 1923 a seguito di un’emorragia cerebrale che già tre anni prima lo aveva allontanato definitivamente dalla pittura. Il percorso espositivo divide la sua ricerca artistica in sezioni tematiche e ci regala un ritratto esaustivo, umano e artistico del pittore.
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