09 Dicembre 2025
Dopo l’esordio con Con il Cuore al Posto Giusto, Andrea Chittaro, manager di lunga data in una delle principali realtà del settore energetico, torna alla scrittura con un’opera più matura, più intima e ancora più audace: Versi Disarmati.
Un titolo che è già una dichiarazione d’intenti: spogliarsi delle difese, delle abitudini e delle sovrastrutture del quotidiano per lasciare spazio a una parola pura, essenziale, autentica.
Per Chittaro, che nella vita professionale si muove in contesti complessi e razionali, la poesia diventa un varco, una soglia attraverso cui cercare (e ritrovare) ciò che spesso rischiamo di dimenticare. Come direbbe il professor John Keating, indimenticato protagonista de L’Attimo Fuggente: "Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione."
Versi Disarmati è un percorso fatto di domande più che di risposte. Chittaro si muove tra radici familiari e orizzonti interiori, tra l’amore che costruisce e la solitudine che custodisce, con componimenti che sembrano appunti segreti lasciati sul bordo di un taccuino.
Macchie di pensiero, come le definisce lui: intuizioni improvvise che si allargano sulla pagina e che chiedono al lettore di fermarsi, respirare, ascoltare.
È una poesia che non pretende di spiegare, ma di evocare.
Che ricorda, con delicatezza, che la più bella poesia non si trova nei libri, ma nei battiti del cuore.
E che, talvolta, la solitudine può essere una compagna preziosa nel nostro cammino, capace di farci vedere ciò che nella confusione dei giorni non riusciamo più a mettere a fuoco.
A fare da bussola c’è una frase che Chittaro ama citare, firmata da Alda Merini:
"La poesia non cerca seguaci, cerca amanti."
E in effetti Versi Disarmati non chiede al lettore di aderire a una teoria, a un’estetica o a uno stile: chiede di lasciarsi toccare. Di concedersi qualche minuto di vulnerabilità. Di riconoscersi in un verso, in una ferita, in un ricordo.
Il contrasto tra il ruolo di manager in una big dell’energia e la leggerezza della poesia non è una contraddizione: è una chiave di lettura. Chittaro mostra che dietro le responsabilità, le decisioni e la velocità del mondo corporate esiste ancora uno spazio personale dove coltivare bellezza, dove misurare il tempo su un ritmo diverso.
Versi Disarmati è, in fondo, questo: un promemoria. Che siamo esseri umani. Che abbiamo bisogno di poesia, anche quando ce ne dimentichiamo. Che, ogni tanto, vale la pena restare nudi davanti alle nostre emozioni.
Ed è proprio lì, tra un verso e un respiro, che il nuovo libro di Andrea Chittaro trova la sua forza più grande.
Le immagini che attraversano Versi Disarmati sono frammenti di vita quotidiana: attese, sguardi, ricordi che riaffiorano senza preavviso. Sono scene minime, quasi sospese, in cui i sentimenti scorrono a volte in modo evidente, altre in modo sotterraneo, ma sempre autentico. È in questi dettagli che Chittaro invita il lettore a specchiarsi. Le poesie diventano così un esercizio di riflessione su se stessi, un luogo interiore dove ciascuno può trovare, o reinventare, il significato che desidera attribuire a ciò che prova. Perché, in fondo, siamo fatti proprio di questo: delle emozioni che ci attraversano e dei momenti, piccoli o grandi, che ci rendono ciò che siamo davvero.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia