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Palermo (Acea): ““Il sistema dell’acqua pesa per il 18% del Pil, da considerare un settore industriale, con investimenti in tecnologie"

Fabrizio Palermo: “Acea è il primo operatore italiano nell’’idrico con 9 milioni di clienti in Italia e investimenti significativi per mettere in sicurezza le aree dove siamo presenti”. L’intervista al Giornale d’Italia

05 Luglio 2023

Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato di Acea, in occasione dell’Assemblea Nazionale Anbi (Associazione Nazionale Consorzi e tutela del territorio ed acque irrigue) dedicata alle azioni strategiche per la vita, l’economia e l’ambiente, ed alle proposte concrete dei Consorzi di bonifica,  presso lo Sheraton Golf Parco De' Medici, ha dichiarato al Giornale d’Italia:

“Il tema dell’acqua è significativo, è rilevante per il nostro Paese, pesa circa il 18% del Pil, ed ha una ricaduta importante anche su un’altra fetta del nostro prodotto interno lordo, che è quello di tutto il mondo del mare. Perché il tema delle microplastiche nasce a terra.

Quindi, complessivamente, gestire l’acqua ha una rilevanza significativa, non solo per quanto riguarda la gestione ad uso umano, ma soprattutto anche per l'utilizzo a fini agricoli e poi industriali. Industria che, più diventa tecnologica, più consuma acqua.

Per cui avere una visione, per il nostro Paese, integrata sul tema dell’acqua, è sempre più rilevante.

Acea oggi è impegnata come primo operatore sull’idrico, con circa 9 milioni di clienti serviti in tutta Italia e sta mettendo in campo investimenti molto significativi, al fine di mettere in sicurezza le aree dove è presente.

Credo che incrementare il numero degli investimenti e potenziare, soprattutto, gli investimenti in nuove tecnologie è fondamentale.

I risultati che abbiamo conseguito su Ato 2, che è l’ambito territoriale in cui cade Roma, rispetto alla media nazionale sono veramente significativi e sono frutto di un impiego massiccio di nuove tecnologie.

Anche nel lungo periodo, la strada è questa, cioè continuare a considerare quello dell'acqua come un vero e proprio settore industriale, in cui non solo c’è bisogno di investimenti infrastrutturali, ma anche molti investimenti tecnologici.

Il giusto mix dei due può essere la ricetta per, progressivamente, provare a risolvere il tema dell’acqua in Italia.”

 

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