03 Novembre 2025
Israele è uno "Stato suprematista ebraico": parla così il noto politologo ebreo-statunitense Norman Gary Finkelstein intervistato lo scorso 1° novembre dalla blogger e youtuber Candice Owens nel corso di un lungo podcast intitolato appunto "Candace".
L'intervento del professor Norman Finkelstein è tornato a fare il punto sulle atrocità ancora in corso nella Striscia di Gaza e sugli strascichi che due anni di genocidio hanno prodotto sulla popolazione palestinese. Parlando a tutto tondo di Israele e Olocausto, e presentando il suo nuovo libro "Gaza's Gravediggers: An Inquiry into Corruption in High Places" ("I becchini di Gaza: un'inchiesta sulla corruzione nelle alte sfere"), Finkelstein punta il dito contro lo Stato di Tel Aviv definendolo affetto da suprematismo ebraico.
Secondo lui, il problema dell'intolleranza ebraica nei confronti dei vicini palestinesi non è imputabile esclusivamente a Benjamin Netanyahu. C'è un seme della discordia, dell'intolleranza, che si annida nel cuore stesso della società israeliana. Dati alla mano, Finkelstein fa riferimento ai sondaggi che mostrano come il 70-75% degli israeliani creda che "nessun palestinese sia davvero innocente". Ne deriva un'odio etnico preciso, nel quale gli abitanti di Gaza sono descritti come "parassiti, spazzatura, rifiuti umani". E le Idf si sentono legittimate, dall'assenso collettivo, di compiere atrocità e uccisioni sui bambini come fosse "un hobby". Nel quadro complessivo, nonostante i processi a suo carico e sebbene aleggi un'aria di insoddisfazione politica, nonostante tutto Netanyahu continua a restare al potere perché è lo specchio di una società "odiosa, narcisista e suprematista. (...) Votano per lui perché Netanyahu non è solo il volto della società israeliana, ma la sua realtà".
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