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Iran, figlio ex Scià di Persia Reza Pahlavi contro Khamenei: “Regime islamico sta crollando, è il nostro momento del Muro di Berlino” – VIDEO

Secondo Pahlavi "la famiglia di Ali Khamenei e quelle di alti funzionari del regime si stanno preparando a fuggire dall’Iran"

23 Giugno 2025

Reza Pahlavi, oppositore iraniano in esilio e figlio dell’ultimo Scià di Persia, lancia un messaggio chiaro al regime teocratico di Teheran. Durante una conferenza stampa tenutasi a Parigi, Pahlavi ha descritto l’attuale fase politica dell’Iran come un punto di svolta storico: “Il regime islamico sta crollando, è il nostro momento del Muro di Berlino

Rapporti attendibili – dice Pahlavi - indicano che la famiglia di Ali Khamenei e quelle di alti funzionari del regime si stanno preparando a fuggire dall’Iran. Il regime è allo stremo, oggi è più chiaro che mai che la Repubblica islamica sta crollando”.

Un quadro drammatico che, secondo il figlio dell’ultimo sovrano iraniano, segna l’inizio della fine per la Repubblica islamica. “Questo è il nostro momento del Muro di Berlino - dice - ma come tutti i momenti di grande cambiamento, è pieno di pericoli. Siamo a un bivio. Una strada porta a spargimenti di sangue e caos, l’altra a una transizione democratica”.

L’appello di Reza Pahlavi è rivolto soprattutto all’apparato militare iraniano. Parlando alle forze armate e ai corpi paramilitari, ha invitato apertamente alla diserzione, offrendo una possibilità concreta di reintegrazione nel futuro del Paese. “Ora che la nave sta affondando, la porta è sempre aperta a chi vuole far parte dell’avvenire dell’Iran, nel dopo-regime, fatta eccezione per chi ha le mani sporche di sangue”.

Nel delineare la sua visione per un nuovo assetto politico e sociale dell’Iran, Pahlavi ha insistito sulla necessità di evitare gli errori commessi in altri contesti storici, come l’Iraq post-Saddam. “Penso che, nell’ottica di una riconciliazione nazionale, soprattutto per non fare come in Iraq, dobbiamo preparare un massimo di inclusività possibile, sia nel quadro militare e paramilitare ma anche civile, che è parte della soluzione”.

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