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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Jeffrey Sachs al Parlamento Ue: "Guerra in Ucraina causata da espansione Nato ad Est e decisa dagli Usa nel 1994, distruzione Gaza e stop a soluzione due Stati ideate nel 1996 da Stati Uniti e Israele"

Ucraina, Serbia, le guerre in Medio Oriente, inclusi Iraq, Siria, le guerre in Africa, come in Sudan, Somalia, Libia sono, in misura molto significativa, guerre che gli Stati Uniti hanno guidato e causato. Gli Usa hanno consegnato la loro politica estera a Netanyahu 30 anni fa. La lobby israeliana domina la politica americana

19 Aprile 2025

Il discorso di Jeffrey Sachs al Parlamento Europeo:

"Questo è davvero un periodo complicato, in rapido cambiamento e molto pericoloso. Per questo abbiamo davvero bisogno di chiarezza di pensiero.

Sono stato consigliere del governo polacco nel 1989, del Presidente Gorbacëv nel 1990 e 1991, del Presidente Yeltsin dal 1991 al 1993, del Presidente Kuchma dell’Ucraina nel 1993-94. Ho seguito da vicino gli eventi per 36 anni. Dopo la rivoluzione in Maidan, il nuovo governo mi chiese di venire a Kiev e mi portarono in giro per il Maidan, e lì appresi molte cose in prima persona.

Sono in contatto con i leader russi da oltre 30 anni. Conosco da vicino la leadership politica americana. Il nostro precedente Segretario al Tesoro, ad esempio, fu il mio insegnante di macroeconomia 51 anni fa. Siamo stati amici molto stretti per mezzo secolo. Conosco tutte queste persone. Dico questo perché ciò che voglio spiegare è il mio punto di vista, non è di seconda mano, non è ideologia. È ciò che ho visto con i miei occhi e vissuto durante questo periodo. Nella mia comprensione degli eventi che hanno colpito l’Europa in molti contesti includerò non solo la crisi in Ucraina, ma anche la Serbia nel 1999, le guerre in Medio Oriente, inclusi Iraq, Siria, le guerre in Africa, come in Sudan, Somalia, Libia. Queste sono, in misura molto significativa – forse sorprendentemente per voi – guerre che gli Stati Uniti hanno guidato e causato.

Gli Stati Uniti giunsero alla convinzione, specialmente nel 1990-91 e poi con la fine dell’Unione Sovietica, che ora comandavano il mondo e che non dovevano ascoltare nessun punto di vista altrui, nessuna linea rossa, preoccupazione per la sicurezza, obbligo internazionale o quadro dell’ONU.

Mi dispiace dirlo così apertamente, ma voglio che comprendiate: nel 1991 cercai con tutte le mie forze di ottenere aiuti per Gorbacëv, che considero il più grande statista del nostro tempo moderno. Ho letto di recente il promemoria d’archivio della discussione al Consiglio di Sicurezza Nazionale riguardo alle mie proposte. La respinsero completamente e la presero in giro, quando dissi che gli Stati Uniti avrebbero dovuto aiutare l’Unione Sovietica nella stabilizzazione finanziaria e nelle sue riforme. E quel memo documenta, incluso da alcuni miei ex colleghi di Harvard in particolare, che dissero: "Faremo il minimo necessario per evitare un disastro, ma solo il minimo. Non è nostro compito aiutare. Anzi, non è nemmeno nel nostro interesse aiutare."

Quando l’Unione Sovietica finì nel 1991, questa visione si fece ancora più estrema. E potrei citare capitoli e versetti. Ma l’idea era: comandiamo noi. Cheney, Wolfowitz e molti altri nomi che conoscerete credevano letteralmente che ora fosse un mondo a guida americana, e che avrebbero fatto come volevano. Avrebbero “ripulito” ciò che restava dell’Unione Sovietica, eliminato ogni alleato rimasto. Paesi come Iraq, Siria e così via dovevano sparire.

E questa è la politica estera che abbiamo vissuto ormai da 33 anni. L’Europa ha pagato un prezzo pesante per questo, perché in tutto questo tempo non ha avuto una politica estera che io riesca a identificare. Nessuna voce, nessuna unità, nessuna chiarezza, nessun interesse europeo, solo fedeltà agli Stati Uniti.

Ci sono stati momenti di disaccordo, e penso siano stati momenti meravigliosi, come nel 2003 con la guerra in Iraq, quando Francia e Germania dissero: “Non sosteniamo gli Stati Uniti nell’aggirare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per questa guerra.” Quella guerra, tra l’altro, fu direttamente orchestrata da Netanyahu e i suoi colleghi al Pentagono americano. Non sto dicendo che ci fosse un legame indiretto o una complicità, sto dicendo che fu una guerra diretta. Una guerra portata avanti per Israele. Una guerra che Paul Wolfowitz e Douglas Feith coordinarono con Netanyahu.

E quella fu l’ultima volta in cui l’Europa ebbe una voce. Parlai allora con leader europei, furono molto chiari, ed era una cosa davvero positiva. L’Europa ha perso completamente la propria voce dopo, soprattutto nel 2008.

Ora, ciò che accadde tra il 1991 e il 2008 è che gli Stati Uniti decisero che l’impopolarità non contava: la NATO si sarebbe allargata da Bruxelles a Vladivostok. Passo dopo passo, senza fine all’espansione verso est della NATO. Questo doveva essere il mondo unipolare americano.

Se da bambini avete giocato a Risiko, come me, questa è l’idea americana: avere un pezzo su ogni parte del tabellone. Ogni luogo senza una base militare statunitense è un nemico, praticamente. La neutralità è una parolaccia nel linguaggio politico americano. Forse la più offensiva. Se sei un nemico, lo sappiamo. Ma se sei neutrale, sei sovversivo. Perché allora sei davvero contro di noi, ma fai finta di no. Fingi di essere neutrale.

Questa era la mentalità e la decisione fu presa formalmente nel 1994, quando il Presidente Clinton approvò l’allargamento della NATO verso est. Ricorderete che il 7 febbraio 1991 Hans Dietrich Genscher e James Baker III parlarono con Gorbacëv. Genscher tenne una conferenza stampa subito dopo in cui spiegò: “La NATO non si muoverà verso est. Non approfitteremo della dissoluzione del Patto di Varsavia.” E va capito che questo avvenne in un contesto giuridico, non casualmente. Si stava negoziando la fine della Seconda Guerra Mondiale, con la riunificazione della Germania, e fu raggiunto un accordo: la NATO non si sarebbe spostata di un solo pollice verso est. E fu esplicito, ed è documentato in numerosi archivi. Date un’occhiata al National Security Archive della George Washington University, troverete dozzine di documenti. C’è un sito che si chiama What Gorbacëv Heard About NATO. Guardatelo. Perché tutto ciò che vi viene detto dagli Stati Uniti su questo argomento è falso. Ma gli archivi sono chiarissimi.

La decisione di espandere la NATO fino all’Ucraina fu presa nel 1994. Questo è un progetto, non è responsabilità di una singola amministrazione. È un progetto del governo degli Stati Uniti iniziato oltre 30 anni fa.

Nel 1997 Zbigniew Brzezinski scrisse The Grand Chessboard. Non sono semplici riflessioni del signor Brzezinski, è la presentazione al pubblico delle decisioni del governo statunitense, come spesso accade con questi libri, e descrive l’espansione verso est dell’Europa e della NATO come eventi simultanei. C’è un capitolo interessante che si chiede: “Cosa farà la Russia mentre Europa e NATO si espandono verso est?”

Ho conosciuto Zbigniew Brzezinski di persona, era molto gentile con me. Lavoravo come consigliere in Polonia, e lui fu un grande aiuto. Era un uomo intelligente e gentile. E si è sbagliato su tutto. Nel 1997 spiegava in dettaglio perché la Russia non avrebbe potuto fare altro che accettare l’espansione verso est della NATO e dell’Europa. Diceva che la Russia non si sarebbe mai allineata con la Cina. Impensabile. Mai con l’Iran. La Russia non aveva alcuna vocazione se non quella europea. Dunque, con l’espansione dell’Europa a est, la Russia non avrebbe potuto fare nulla. Così diceva un altro stratega americano: "Ci si può sorprendere, quindi, che siamo sempre in guerra? Perché una cosa sugli Stati Uniti è certa: sappiamo sempre cosa farà la controparte – e ci sbagliamo sempre." E uno dei motivi per cui ci sbagliamo è che, nella teoria dei giochi che gli strateghi americani amano, non parli davvero con l’altro lato. Sai solo qual è la sua strategia. È fantastico. Fa risparmiare un sacco di tempo. Non serve diplomazia.

Così cominciò questo progetto, e abbiamo avuto una continuità di governo per 30 anni – fino forse a ieri. Trent’anni di un progetto. Ucraina e Georgia erano le chiavi del progetto. Perché? Perché l’America ha imparato tutto quello che sa dagli inglesi. E quindi siamo l’emulazione dell’Impero britannico, e ciò che l’Impero britannico aveva capito con Lord Palmerston nel 1853 è che bisogna circondare la Russia nel Mar Nero e negarle l’accesso al Mediterraneo orientale. Quello a cui state assistendo è semplicemente un progetto americano per fare esattamente questo nel XXI secolo.

L’idea era che Ucraina, Romania, Bulgaria, Turchia e Georgia diventassero i paesi litorali del Mar Nero, in modo da privare la Russia di qualsiasi status internazionale bloccando il Mar Nero, neutralizzandola di fatto come potenza che va oltre un’influenza locale. Brzezinski è assolutamente chiaro su questo. E prima di Brzezinski, c’era Mackinder. E chi controlla il cuore del mondo controlla il mondo. Questo progetto ha radici molto antiche. Io credo che risalga essenzialmente a Palmerston.

Dal 1990 – e di nuovo, io ho vissuto ogni amministrazione, ho conosciuto questi presidenti, ho conosciuto i loro team – non è cambiato molto da Clinton a Bush, a Obama, a Trump, fino a Biden. Forse sono peggiorati passo dopo passo. Per me, Biden è stato il peggiore. Forse anche perché negli ultimi due anni non era più compos mentis. E lo dico seriamente, non per sarcasmo. Il sistema politico americano è un sistema di immagine. È un sistema di manipolazione mediatica quotidiana. È un sistema di pubbliche relazioni. E così puoi avere un presidente che di fatto non funziona, che resta in carica per due anni, e che può persino ricandidarsi. E poi succede una cosa: deve stare su un palco da solo per 90 minuti, e quello è stato il capolinea. Se non ci fosse stato quell’errore, si sarebbe ricandidato. Che dormisse o meno dopo le 4 del pomeriggio, non importava.

Questa è la realtà. Tutti fanno finta di niente. È considerato scortese dire le cose che sto dicendo, perché oggi non si dice la verità su quasi nulla, nel mondo.

Quindi questo progetto è continuato dagli anni ’90. Bombardare Belgrado per 78 giorni consecutivi nel 1999 faceva parte di questo progetto: non si può dividere il paese quando i confini sono sacrosanti, tranne che per il Kosovo. Quello va bene, perché i confini sono sacrosanti tranne quando li cambia l’America.

Anche il Sudan fu un progetto collegato: la ribellione del Sudan del Sud. È successa solo perché i sud-sudanesi si sono ribellati? Oppure posso mostrarvi il manuale della CIA, per farvi capire di cosa si tratta? Gli eventi militari sono costosi, richiedono equipaggiamento, addestramento, campi base, intelligence, finanziamenti che arrivano dalle grandi potenze. Non nascono da insurrezioni locali.

Il Sud Sudan non ha sconfitto il Sudan del Nord in una battaglia tribale. È stato un progetto degli Stati Uniti. Andavo spesso a Nairobi e incontravo militari americani o senatori o altri con profondi interessi nella politica sudanese. Faceva parte del gioco dell’egemonia unipolare.

Come sapete, l’allargamento della NATO è iniziato nel 1999 con Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, e la Russia ne fu estremamente contrariata. Ma si trattava comunque di paesi ancora lontani dal confine russo. La Russia protestò, ma ovviamente senza risultati.

Poi arrivò George W. Bush. Dopo l’11 settembre, il Presidente Putin offrì pieno sostegno. E poi, il 20 settembre 2001, gli Stati Uniti decisero che avrebbero lanciato sette guerre in cinque anni. Potete ascoltare il generale Wesley Clark online raccontarlo: era comandante supremo della NATO nel 1999, diventà capo del Pentagono dal 20 settembre 2001 e gli consegnarono un documento con l’elenco delle sette guerre. Guerre che, tra l’altro, erano quelle di Netanyahu.

L’idea era in parte ripulire gli ex alleati sovietici, e in parte eliminare i sostenitori di Hamas e Hezbollah, perché secondo Netanyahu ci doveva essere un solo Stato, Israele che avrebbe controllato tutto il territorio, e chiunque si opponesse sarebbe stato rovesciato – non da loro direttamente, ma dal loro amico, gli Stati Uniti.

Questa è stata la politica estera statunitense – fino a stamattina, non sappiamo se cambierà. L’unica possibile variazione oggi è che forse gli Stati Uniti “possiederanno” Gaza, invece di Israele. Ma l’idea esiste almeno da 25 anni. Risale a un documento chiamato Clean Break, che Netanyahu e il suo team politico americano misero insieme nel 1996 per mettere fine all’idea della soluzione a due Stati. Potete trovarlo online.

Quindi questi sono progetti. Eventi di lungo termine. Non è una questione di “è colpa di Clinton?” “è stato Bush?” “è stato Obama?” – questo è il modo più superficiale di guardare la politica americana. Non è così che funziona.

Il successivo round di allargamento NATO fu nel 2004, con altri sette paesi: i tre Stati baltici, Romania, Bulgaria, Slovenia e Slovacchia. A questo punto la Russia era decisamente furiosa. Era una totale violazione dell’ordine post-bellico concordato con la riunificazione della Germania. Fondamentalmente, fu un tradimento o una rottura da parte degli Stati Uniti rispetto a un accordo cooperativo. Tutto questo perché credevano nella supremazia unipolare. Tutti ricordano la Conferenza di Sicurezza di Monaco dove nel 2007 il Presidente Putin disse: “Basta. È troppo. Fermatevi ora.” E ovviamente, cosa significò? Che nel 2008 gli Stati Uniti imposero all’Europa l’allargamento della NATO a Ucraina e Georgia.

È un progetto di lungo periodo. Sentii Mr. Saakashvili parlare a New York nel maggio 2008, e uscii dalla sala, chiamai mia moglia e le dissi: “Quest’uomo è pazzo.” Un mese dopo scoppiò una guerra, perché gli Stati Uniti promisero a questo tizio: “Ti salveremo noi, Georgia.” E lui, parlando al Council on Foreign Relations, dichiarò: “La Georgia è al centro dell’Europa.” Beh, non è così. Signore e signori, non è al centro dell’Europa. E gli eventi più recenti non aiutano la Georgia. Non la rendono più sicura. I vostri parlamentari che vanno lì, o gli eurodeputati, o i politici europei: tutto questo porterà alla distruzione della Georgia. Non la salverà. La distruggerà.

Come tutti sanno, nel 2008 il nostro ex direttore della CIA, William Burns, mandò un lungo messaggio a Condoleezza Rice: Nyet means nyet. “No vuol dire no.” Riguardo all’espansione. Questo lo sappiamo grazie a Julian Assange. Perché, credetemi, nessuna parola viene detta al popolo americano su nulla. Né a voi da nessuno dei vostri giornali. Quindi dobbiamo ringraziare Julian Assange. Possiamo leggere il memorandum nei dettagli.

Come sapete, Viktor Yanukovich fu eletto nel 2010 grazie a un programma di neutralità. La Russia non aveva alcun interesse territoriale o piano espansionistico sull’Ucraina. Lo so, ero lì in quegli anni. La Russia stava negoziando un contratto di locazione di 25 anni fino al 2042 per la base navale di Sebastopoli. Tutto qui. Non per la Crimea, non per il Donbass. Niente di tutto ciò. Questa idea che Putin voglia ricostruire l’Impero russo è propaganda infantile. Se qualcuno conosce la storia giorno per giorno, anno per anno, sa che è roba da bambini. E, stranamente, la roba da bambini sembra funzionare meglio di quella per adulti.

Quindi, nessun disegno. Gli Stati Uniti decisero che quest’uomo andava rovesciato. Si chiama “operazione di cambio di regime”. Ce ne sono state circa cento da parte degli Stati Uniti. In molti dei vostri paesi e in tutto il mondo. È questo che fa la CIA di mestiere. Per favore, sappiatelo. È una forma molto insolita di politica estera, ma in America, se non ti piace l’altra parte, non ci negozi, cerchi di rovesciarla. Preferibilmente in segreto. Se non funziona, lo fai apertamente e dici sempre che non è colpa tua. Sono loro gli aggressori. Sono l’altra parte. Sono Hitler. Questo salta fuori ogni due o tre anni. Saddam Hussein, Assad, Putin, è molto comodo. È l’unica spiegazione di politica estera che venga mai fornita al popolo americano. E come se fossimo alla Conferenza di Monaco 1938: non si può parlare con l’altro lato perché sono malvagi, nemici implacabili. Questo è l’unico modello di politica estera che sentiamo mai dai nostri mass media. E i mass media lo ripetono integralmente perché sono completamente assoggettati al governo degli Stati Uniti. Nel 2014, gli Stati Uniti hanno lavorato attivamente per rovesciare Yanukovich. Tutti conoscono la telefonata intercettata dalla mia collega della Columbia University, Victoria Nuland, e dall’ambasciatore statunitense Peter Piot. Non esistono prove migliori. I russi intercettarono la sua telefonata e la misero su internet. Ascoltatela. È affascinante. Facendo così, tutti loro sono stati promossi nell’amministrazione Biden. È questo il mestiere.

Quando ci fu il Maidan, fui chiamato immediatamente. “Oh, Professor Sachs, il nuovo primo ministro ucraino vorrebbe vederla per parlare della crisi economica”, perché sono piuttosto bravo in questo. Così volai a Kiev e fui accompagnato in giro per il Maidan, e mi dissero come gli Stati Uniti avessero finanziato tutte le persone attorno al Maidan. Altro che rivoluzione spontanea della dignità. Signore e signori, vi prego. Da dove arrivano tutti questi media? Da dove viene tutta questa organizzazione? Da dove arrivano tutti questi autobus? Tutte queste persone convocate? State scherzando? Questo è uno sforzo organizzato e non è un segreto, tranne che per i cittadini d’Europa e degli Stati Uniti. Tutti gli altri lo capiscono benissimo.

Poi venne Minsk, e in particolare Minsk II, che, tra l’altro, era modellato sull’autonomia delle regioni di Donetsk e Lugansk. Il protocollo Minsk 2 ha sancito chiaramente l'autonomia delle regioni russofone dell’est dell’Ucraina e fu supportato all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti e l’Ucraina decisero che non doveva essere applicato. Germania e Francia, che erano garanti del processo di Normandia, lo lasciarono cadere. E fu assolutamente un’altra azione unipolare americana diretta, con l’Europa, come al solito, a svolgere un ruolo sussidiario completamente inutile, pur essendone garante.

Trump I aumentò gli armamenti. Ci furono molte migliaia di morti nei bombardamenti ucraini sul Donbas. Non ci fu alcun accordo Minsk II. Poi arrivò Biden alla Casa Bianca. E di nuovo, conosco tutte queste persone. Ero un membro del Partito Democratico. Ora ho giurato solennemente di non appartenere a nessun partito, perché tanto sono uguali. E perché i Democratici sono diventati completamente guerrafondai col tempo, e non c’era una sola voce per la pace. Proprio come la maggior parte dei vostri parlamentari, allo stesso modo.

Alla fine del 2021, Putin mise sul tavolo un ultimo sforzo con due bozze di accordo sulla sicurezza, una con l’Europa e una con gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti le ricevettero il 15 dicembre 2021. Io ebbi una telefonata di un’ora con Jake Sullivan alla Casa Bianca, pregandolo: “Jake, evita la guerra. Si può evitare. Basta dire che la NATO non si espanderà in Ucraina.” E lui mi disse: “Oh, la NATO non si espanderà in Ucraina. Non ti preoccupare.” Io dissi: “Jake. Dillo pubblicamente.” “No, non possiamo dirlo pubblicamente.” Dissi: “Jake, stai andando in guerra per qualcosa che nemmeno succederà.” E lui: “Non preoccuparti, Jeff, non ci sarà guerra.”

Queste persone non sono molto brillanti, ve lo dico sinceramente. E ho avuto a che fare con loro per oltre 40 anni. Parlano tra loro, non parlano con nessun altro, fanno teoria dei giochi. Nella teoria dei giochi non cooperativa, non si parla con l’altra parte. Si fa solo la propria strategia. Questa è l’essenza della teoria dei giochi. Non è teoria della negoziazione, della pace. È una teoria unilaterale non cooperativa. Se conoscete la teoria dei giochi formale, è quella che applicano. È iniziata alla Rand Corporation. Ed è ancora quella che seguono.

Nel 2019 c’è un documento della Rand: How do we extend Russia? Sapete che hanno scritto un documento che Biden ha seguito Come possiamo infastidire la Russia? Questa era letteralmente la strategia. Provocarla, farla collassare, magari avere un cambio di regime, magari disordini o una crisi economica. Questo è quello che chiamate alleato? State scherzando?

Così ebbi una lunga e frustrante telefonata con Sullivan. Ero fuori al freddo gelido, stavo cercando di fare una giornata sugli sci. E invece ero lì: “Jake, non fate la guerra.” “Oh, non ci sarà guerra, Jeff.”

E sappiamo molto di quello che è successo il mese dopo, ovvero che si rifiutarono di negoziare. L’idea più stupida della NATO è la cosiddetta politica della porta aperta. State scherzando? La NATO si riserva il diritto di andare dove vuole senza che nessun vicino possa dire nulla. Beh, direi ai messicani e ai canadesi: non provateci. Trump potrebbe voler conquistare il Canada, quindi il Canada potrebbe dire alla Cina: “Perché non costruite una base militare in Ontario?” Io non lo consiglierei. E gli Stati Uniti non direbbero: “Beh, è una porta aperta. Sono affari loro possono fare quello che vogliono. Non è un nostro problema."

Ma gli adulti in Europa ripetono questo. Nella vostra Commissione, il vostro Alto rappresentante. Sono sciocchezze. Non è nemmeno geopolitica da bambini. È semplicemente assenza totale di pensiero.

Quindi iniziò la guerra. Qual era l’intenzione di Putin? Posso dirvelo. Era costringere Zelensky a negoziare la neutralità e questo avvenne entro sette giorni dall’inizio dell’invasione. Dovreste capire questo, non la propaganda che viene scritta al riguardo. “Oh, hanno fallito e lui voleva conquistare l’Ucraina.” Suvvia, signore e signori, capite qualcosa di basilare: l’idea era tenere la NATO – e cioè gli Stati Uniti – lontani dal confine russo. Nient’altro.

Aggiungo un punto molto importante. Perché tanto interesse? Primo, perché se la Cina o la Russia decidessero di avere una base militare sul Rio Grande o al confine con il Canada, non solo gli Stati Uniti impazzirebbero, ci sarebbe guerra entro dieci minuti. Ma anche perché gli Stati Uniti hanno abbandonato unilateralmente il Trattato ABM nel 2002, distruggendo così il quadro del controllo degli armamenti nucleari. E questo è estremamente importante da capire. Quel quadro era fondato sul principio di evitare un primo attacco nucleare. Il trattato ABM era un pilastro critico di ciò. Gli Stati Uniti ne sono usciti unilateralmente nel 2002. E i russi andarono fuori di testa.

Tutto ciò che ho descritto è anche nel contesto della distruzione del sistema di controllo degli armamenti nucleari. E a partire dal 2010, gli Stati Uniti hanno installato sistemi missilistici AEGIS in Polonia e poi in Romania. Alla Russia questo non piace E una delle questioni sul tavolo tra dicembre 2021 e gennaio 2022 era: "Gli Stati Uniti rivendicano il diritto di piazzare sistemi missilistici in Ucraina?" E Blinken disse a Lavrov nel gennaio 2022 che gli Stati Uniti si riservano il diritto di piazzare sistemi missilistici ovunque vogliano. Questo è il vostro presunto alleato.

E adesso vogliono rimettere i missili a medio raggio in Germania. Gli Stati Uniti sono usciti unilateralmente anche dal trattato INF nel 2019. Non esiste attualmente alcun quadro di controllo degli armamenti nucleari. Nessuno.

Quando Zelensky disse, dopo sette giorni, “negoziamo,” conosco i dettagli di questo alla perfezione, perché ho parlato in dettaglio con tutte le parti. Nel giro di un paio di settimane, ci fu uno scambio di documenti approvati dal Presidente Putin, presentati da Lavrov, gestiti dai mediatori turchi. Io volai ad Ankara per ascoltare in dettaglio cosa stessero facendo i mediatori. L’Ucraina si ritirò unilateralmente da un accordo quasi raggiunto. Perché? Perché gli Stati Uniti glielo dissero. E il Regno Unito aggiunse la ciliegina sulla torta mandando Boris Johnson in Ucraina all’inizio di aprile per spiegare. E se la vostra sicurezza è nelle mani di Boris Johnson, che Dio ci aiuti tutti. Keith Starmer si è rivelato persino peggiore. Inimmaginabile, ma è vero. Boris Johnson ha spiegato — e potete verificarlo online — che ciò che è in gioco qui non è l’Ucraina, ma l’egemonia occidentale. Michael e io ci siamo incontrati in Vaticano con un gruppo nella primavera del 2022, dove abbiamo redatto un documento che spiegava che nulla di buono può venire da questa guerra per l’Ucraina. Bisogna negoziare subito, perché qualsiasi ritardo significherà un numero massiccio di morti, rischio di escalation nucleare e probabile perdita della guerra.

Non vorrei cambiare una sola parola di quel documento. Nulla di ciò che scrivemmo era sbagliato. E da allora, da quando gli Stati Uniti hanno allontanato i negoziatori dal tavolo, circa un milione di ucraini sono morti o sono stati gravemente feriti. E i senatori americani, che sono tanto cinici quanto corrotti, dicono che è una spesa meravigliosa del nostro denaro, perché non muore nessun americano. È una pura guerra per procura. Uno dei nostri senatori, Blumenthal, che sta vicino a dove vivo, lo dice apertamente. Mitt Romney lo dice apertamente. “È il miglior uso possibile dei soldi americani. Nessun americano muore.” Surreale.

Per arrivare a ieri. Questo progetto è fallito. L’idea era che la Russia si sarebbe arresa. Fin dall’inizio l’idea era che la Russia non avrebbe resistito. Come spiegò Zbigniew Brzezinski nel 1997, gli americani pensavano: abbiamo il vantaggio. Vinceremo bluffando, non combatteranno davvero, non si mobiliteranno. L’opzione nucleare di escluderli dal sistema Swift li distruggerà. Le sanzioni economiche li distruggeranno. I missili HIMARS li distruggeranno. Onestamente, è da 70 anni che ascolto queste cose. Direi che da circa 56 anni le capisco. Dicono sciocchezze ogni giorno, il mio Paese, il mio governo. Mi è totalmente familiare.

Ho implorato gli ucraini — e avevo una storia con loro, li consigliavo. Non sono anti-ucraino, sono completamente pro-ucraino. Ho detto: salvate le vostre vite, la vostra sovranità, il vostro territorio. Siate neutrali. Non ascoltate gli americani. Ho ripetuto loro il celebre adagio di Henry Kissinger: “Essere nemico degli Stati Uniti è pericoloso, ma esserne amico è fatale.” Bene, lasciatemelo ripetere anche per l’Europa: essere nemico degli Stati Uniti è pericoloso, ma esserne amico è fatale.

Ora, qualche parola finale su Trump. Trump non vuole portare sulle spalle una sconfitta. È per questo che, molto probabilmente, questa guerra finirà perché Trump e il presidente Putin si metteranno d’accordo per porvi fine. Anche se l’Europa continuerà con il suo grande bellicismo, non importa, la guerra finirà. Quindi fatevene una ragione, dite ai vostri colleghi: è finita. E lo è davvero perché Trump non vuole portare il peso di un fallimento. Tutto qui. Non è per moralità, non vuole avere una causa persa addosso. E questa è una causa persa.

Chi verrà salvato dai negoziati in corso sarà l’Ucraina. In secondo luogo, l’Europa. I vostri mercati azionari sono saliti negli ultimi giorni grazie alle orribili notizie sui negoziati. So che in queste aule la cosa è stata accolta con orrore, ma è la miglior notizia possibile.

Ho cercato di contattare alcuni leader europei. La maggior parte non vuole sentire nulla da me. Ma ho detto: non andate a Kiev, andate a Mosca. Parlate con i vostri omologhi. Ma scherziamo? Siete l’Europa, siete 450 milioni di persone, un’economia da 20 trilioni di dollari. Dovreste essere il principale partner commerciale della Russia. È un legame naturale.

L’amministrazione Trump è imperialista nel cuore. È una politica di grandi potenze che dominano il mondo. Faremo ciò che vogliamo, quando possiamo. Saremo meglio di un Biden incapace e taglieremo le perdite dove necessario. Ci sono diverse zone di guerra nel mondo, il Medio Oriente è un’altra. Non sappiamo cosa succederà lì. Se l’Europa avesse una politica estera adeguata, potrebbe fermare quella guerra. Posso spiegare come.

Ma anche la guerra con la Cina è una possibilità. Quindi non sto dicendo che siamo nell’alba di una nuova era di pace, ma siamo in un’epoca di politica molto diversa e l’Europa dovrebbe avere una politica estera. Non solo una politica estera di russofobia, ma una politica realistica, che comprenda la situazione della Russia, dell’Europa, che capisca cos’è l’America e cosa rappresenta, che cerchi di evitare che l’Europa venga invasa dagli Stati Uniti. Perché non è impossibile che l’America sbarchi truppe in territorio danese. Non sto scherzando e non credo che loro stiano scherzando.

L’Europa ha bisogno di una politica estera. Una vera. Non solo dire “tratteremo con Mr. Trump e troveremo un compromesso.” Sapete com’è. Chiamatemi dopo. Per favore, non abbiate funzionari americani come capi dell’Europa, abbiate funzionari europei. Per favore, abbiate una politica estera europea, dovrete convivere con la Russia ancora a lungo. Quindi per favore, negoziate con la Russia. Ci sono veri problemi di sicurezza sul tavolo. Ma la propaganda e la russofobia non servono alla vostra sicurezza. Non servono a quella dell’Ucraina. Hanno contribuito a un milione di vittime in Ucraina in questa folle avventura americana a cui vi siete uniti, diventandone poi i principali sostenitori. Non ha risolto nulla.

A proposito di Medio Oriente, gli Stati Uniti hanno consegnato la loro politica estera a Netanyahu 30 anni fa. La lobby israeliana domina la politica americana. Non abbiate dubbi. Potrei spiegare per ore come funziona. È molto pericolosa. Spero che Trump non distrugga la sua amministrazione — e peggio, il popolo palestinese — per colpa di Netanyahu, che considero un criminale di guerra, giustamente incriminato dalla Corte Penale Internazionale. E va detto chiaramente: non ci sarà pace senza uno Stato palestinese sui confini del 4 giugno 1967, secondo il diritto internazionale. È l’unico modo per la pace. È l’unico modo affinché l’Europa abbia pace ai suoi confini con il Medio Oriente: la soluzione dei due stati.

C’è solo un ostacolo a questo: il veto degli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Quindi, se volete avere un’influenza, dite agli Stati Uniti di togliere il veto. Siete insieme a 180 Paesi nel mondo. Gli unici che si oppongono a uno Stato palestinese sono: Stati Uniti, Israele, Micronesia, Nauru, Palau, Papua Nuova Guinea, Isole Marshall e Paraguay. Qui l’Europa potrebbe avere una grande influenza.

L’Europa è diventata silenziosa anche sul JCPOA e sull’Iran. Il sogno più grande di Netanyahu è una guerra tra Stati Uniti e Iran. Non ha rinunciato e non è impossibile che accada. Anche perché gli Stati Uniti, in questo campo, non hanno una politica estera indipendente, è guidata da Israele. È tragico. È incredibile, a dire il vero. E potrebbe anche finire. Trump potrebbe dire di voler riprendere in mano la politica estera. Forse, spero che sia così.

Infine, lasciatemi dire qualcosa sulla Cina: la Cina non è un nemico. La Cina è solo una storia di successo. Ed è per questo che viene vista dagli Stati Uniti come un nemico: perché è un’economia più grande di quella americana. Tutto qui."

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