04 Marzo 2024
Disordine senza fine ad Haiti, dove diverse bande armate hanno preso d'assalto le due più grandi carceri del paese centroamericano con sede nella capitale Port-au-Prince. Facendo cosi, hanno liberato circa 4.000 detenuti, tra cui assassini e membri di altre bande armate che nelle ultime ore hanno preso d'assalto diversi punti della città, tra cui il principale stadio del paese.
Una situazione purtroppo non nuova agli abitanti di Haiti: da giorni infatti la spirale di violenza non accenna a placarsi. Nell’ultimo weekend ci sono stati dieci morti, di cui quattro poliziotti, e centinaia di feriti dopo che le bande hanno preso di mira stazioni di polizia, aeroporto e altri luoghi.
Data la situazione, straordinaria per un paese come Haiti sebbene il suo tasso di criminalità sia uno dei più alti al mondo, il governo con sede nella capitale Port-au-Prince (parzialmente controllata dalle stesse bande) ha dichiarato tre giorni di stato di emergenza nazionale e coprifuoco notturno. Lo stato di emergenza servirà alle forze di polizia per scovare i criminali che hanno via via preso d'assalto i punti nevralgici della città. Alla popolazione spaventata il governo ha chiesto di rimanere in casa per evitare che la situazione diventi più drammatica di quanto lo sia già.
In una dichiarazione il ministro delle finanze Patrick Boisvert - attualmente a capo dell'esecutivo poiché il primo ministro Ariel Henry si trova all'estero - ha detto che il governo userà tutte le forze legali per trovare i detenuti e far rispettare ai cittadini il coprifuoco.
Intanto non ci sono dubbi sul fatto che a guidare l'assalto armato contro le due carceri sia stato un ex agente di polizia, Jimmy Cherizier, noto però all'opinione pubblica haitiana e alle forze dell'ordine con l'appellativo Barbecue. Cherizier ha dichiarato pubblicamente di essere stata una delle menti dietro l'assalto e ha confermato che il suo scopo é quello di catturare il capo della polizia, arrestare i ministri del governo ed evitare che il premier Henry ritorni nel paese.
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