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Forum Associazioni Familiari, Belletti, Direttore CISF: “Serve sostegno alla natalità, 1/3 degli anziani curati dai figli”

Belletti: “Nel 2007 la prima conferenza nazionale sulla famiglia, ma solo nel 2020 - 21 il family act, l’assegno unico; provvedimenti approvati all’unanimità, la famiglia non è più questione di parte, ma interesse del Paese” l’intervista al GdI

14 Febbraio 2024

Al Senato si è tenuto oggi il convegno “Assegno Unico, fisco, politiche familiari. La politica in dialogo con la famiglia”, promosso dal Forum delle Associazioni Familiari, per affrontare il nodo delle politiche pubbliche a favore delle famiglie e, quindi, delle nascite.
Francesco Belletti, Sociologo, Direttore del Centro Internazionale Studi Famiglia, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:

“Finalmente, la famiglia sembra essere arrivata in cima all’agenda della politica italiana. Per molti anni, se ne è tanto parlato, ricordo nel 2007 la prima conferenza nazionale sulla famiglia, ma dal 2007 abbiamo dovuto aspettare il 2020 - 2021 col family act, con l’assegno unico, per avere finalmente degli strumenti. Fortunatamente, entrambi i provvedimenti sono stati approvati all’unanimità. Quindi, la famiglia non è più una questione di parte, ma un interesse del Paese.

Tutti i partiti hanno finalmente capito che non si tratta di essere di destra, di sinistra, schierati per una cultura o per l’altra. La famiglia è la microfibra relazionale del Paese, è la principale risorsa di solidarietà nel nostro Paese. Durante la pandemia, ha dimostrato di tener duro molto più di tante istituzioni. Quindi, sarà finalmente da verificare quanto gli attuali strumenti sono efficaci, quanto più c’è da fare. L’emergenza riforma del fisco, se non sarà a misura di famiglia, sarà disastrosa. Quindi, molte cose buone fatte, finalmente un’opportunità perché la famiglia sia all’inizio dell’agenda della politica, dei governi. Però tutto ancora da verificare e le associazioni familiari e il forum delle associazioni familiari sono lì a fare la pungolo, a rappresentare la voce delle famiglie.

Servirebbe un’idea globale delle politiche familiari, certamente servono i soldi, ma per metter su casa, per fare un figlio, per fare un figlio in più, servono sicuramente più servizi. Tutto il Nord Italia è al livello degli standard europei, ma tutto il sud Italia è molto al di sotto delle percentuali di offerta di nidi.

Quindi, certamente c’è un tema del lavoro femminile, della conciliazione, c’è anche un tema del lavoro maschile, perché curare i figli non è solo una questione di donne, ma una questione di coppia.
Poi c’è tutto il tema della cultura d’impresa, perché troppo spesso ancora nelle aziende non si assume una donna in età da bambini. Questo del bambino  dovrebbe essere una buona notizia per tutti e non un danno.

E poi, i servizi, i servizi di cura, i servizi per gli anziani fragili. Perché ricordiamoci che è un terzo degli anziani fragili, oggi, sono decisamente curati dalle famiglie, dai figli adulti. Da questo punto di vista, il calo demografico è un dramma, anche per i prossimi decenni. Perché i vecchi di oggi hanno tre o quattro figli, che possono curarli. I vecchi di domani avranno al massimo un unico figlio o una figlia unica, che ha sposato un figlio unico, e che dovranno curare quattro anziani con ottant’anni e più.

Quindi, il tema demografico non è un tema solo per bambini e nuove generazioni, ma proprio un tema di equilibrio complessivo dell’intero Paese. Quindi, non è ideologico chiedere politiche di sostegno alla natalità, perché sono politiche di sostegno del Paese.”

In effetti, le politiche familiari del nostro Paese sono rimaste per decenni sostanzialmente ferme, relegate in un dibattito sociale, culturale e politico il più delle volte sterile. Negli ultimi anni, tuttavia si registra una positiva accelerazione, con l’introduzione del Family Act all’interno del quale è stato previsto l’Assegno Unico Universale.

Nel corso dell’evento sono stati citati i dati riportati nel CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia) Family Report 2023.

È opportuno che ci siano politiche attive per la famiglia, in termini di servizi, di sostegno economico, di pari opportunità, di equità fiscale. In particolare, proprio l’equità fiscale, secondo i carichi familiari, appare la nuova frontiera per costruire politiche familiari promozionali ed eque, in aggiunta a un più forte Assegno Unico e a una maggiore offerta di servizi.  

L’Assegno Unico Universale, introdotto nel 2021, appare tuttora insufficiente: solo il 5,5% delle giovani famiglie intervistate sostiene che la cifra sia stata molto adeguata alle proprie necessità, mentre due terzi delle famiglie si dichiarano insoddisfatte: il 41,6% la definisce “poco” adeguata, e il 25,9%“per niente” adeguata. In tal senso, l’intervento dello Stato deve sostenere le famiglie nel loro compito primario: generare relazioni di fiducia, solidarietà e cura reciproca tra i propri membri, nella coppia, tra genitori e figli, anche quando sono i genitori a diventare anziani.

Sostenere le famiglie conviene, anche dal punto di vista economico, in quanto le relazioni familiari sono un sistema efficace di solidarietà interna e di responsabilità sociale verso il bene comune. All’interno, in famiglie stabili e integre, si rilevano migliori condizioni di salute, migliori risultati nell’apprendimento, più alti livelli di soddisfazione e di felicità individuale, più stabili relazioni di cura reciproca per i propri membri fragili; all’esterno, famiglie stabili e integre generano maggiore responsabilità sociale nei propri membri, maggior impegno nel sociale e nel volontariato, maggiore partecipazione all’azione politica.

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