07 Aprile 2025
Il 31 marzo 2025 abbiamo fatto l'ultima visita alla paziente 95enne prima della sua morte e, anche questa volta, lei ci ha chiesto, con le forze che le rimanevano dopo 11 giorni di ricovero: "Andate a fare una denuncia penale, chiamate i carabinieri". La signora si riferiva all'operato dei medici: "Mi stanno ammazzando, mi fanno punture di non so che cosa, mi tengono legata", aveva ripetuto in tutti gli incontri con il suo caro amico e in diverse telefonate.
Durante l'incontro, il nostro collaboratore si è accorto che alla 95enne erano stati sottratti i due cellulari, i documenti, i contanti, la carta di credito e le chiavi di casa. Perché? A detta dei medici erano stati i figli. Tuttavia senza quei telefoni la signora era isolata dal mondo. Non poteva avere contatti con nessuno. Telefoni che lei aveva spesso usato nei primi giorni di ricovero per contattare il suo caro amico chiedendogli di andare a prenderla e di portarla via, denunciando quella che secondo lei era "tutta una violenza, mi tengono legata, bloccata a letto" (frasi ripetute sia prima sia dopo la sedazione). Prima della sparizione, uno dei due telefoni si era scaricato e non era stato caricato. L'altro era stato messo offline, poi il nostro collaboratore lo aveva rimesso online e il giorno successivo lo aveva trovato ancora in modalità offline, fino alla completa sottrazione.
Quando il suo amico le ha chiesto dove fossero i telefonini, lei pensava che fossero stati rubati. Sapendo di non averli più, mentre il nostro collaboratore la salutava per andare via, lei gli ha strappato il cellulare dalle mani: "Lasciamelo, mi serve. I miei cellulari non ci sono più, voglio chiamare i carabinieri".
Il giorno successivo, siamo andati in ospedale per portare alla signora un nuovo cellulare con caricati alcuni numeri di telefono fra i quali quelli del nostro collaboratore. Tuttavia la paziente era sparita.
Perché dopo qualche giorno di ricovero i cellulari venivano messi offline? Perché sono stati poi completamente sottratti nonostante la paziente li volesse tenere con sé, come dimostra la richiesta fatta al suo amico di lasciarle lì il suo telefono? Perché una signora che fino al suo ingresso in ospedale viveva da sola, era autonoma e indipendente, non può decidere più per se stessa se tenere o meno dei cellulari mentre è ricoverata per bronchite?
L'1 aprile 2025 abbiamo portato alla signora un telefonino nuovo, vista la sottrazione dei suoi 2 cellulari. Tuttavia la paziente non era nella sua stanza.
Abbiamo chiesto in quale camera fosse, ma il personale sanitario aveva detto che la pziente non era più lì, che non avrebbe rilasciato informazioni in quanto noi non eravamo parenti e che non ci avrebbe detto il numero della stanza.
Eravamo allora andati all'info point per capire che cosa stesse succedendo. La receptionist ci aveva detto che dal suo registro risultava il numero di stanza del giorno prima, ossia 228. Noi le avevamo fatto sapere, però, che eravamo già stati lì, ma la 95enne non c'era. Allora la signora ha chiamato direttamente il reparto. Dopo quella telefonata ci ha detto: "Mi dispiace, non posso più dirvi nulla”. Molto preoccupati per la paziente e per questo silenzio persino sul numero della stanza, siamo tornati nel reparto e lì, il signore che c’era con il nostro collaboratore, anche lui amico della paziente, quasi piangendo ha chiesto almeno di poter sapere se fosse viva o morta, ma con un atteggiamento ostile, il personale sanitario ha ribadito che non ci avrebbe dato alcuna informazione.
La sera stessa, una persona ha inviato un messaggio al nostro collaboratore con scritto che la 95enne era morta. Tuttavia, sempre quella sera, un parente della signora aveva parlato con un'altra persona della famiglia, la quale gli aveva detto che la paziente stava bene. E' morta o sta bene?
Il giorno successivo è arrivata l'ufficialità della morte. Perché sottrarre i telefonini a una signora di 95anni che chiamava spesso il suo caro amico, che tutti i giorni le faceva visita in ospedale? Perché sottrarre l'unico strumento di contatto con il mondo esterno? Perché i suoi cellulari venivano messi offline?
Sin dall'inizio del ricovero, lei aveva chiesto al nostro collaboratore di portarla via. Aveva più volte chiesto anche di filmare tutto e di andare dai carabinieri. Voleva denunciare quanto le stava accadendo, cosa che si sente anche nell'audio dell'ultimo giorno di visita: "Andate a fare la denuncia penale, vi prego". Inoltre gli chiedeva sempre quali iniezioni le venissero fatte, ma lui non le sapeva rispondere perché i medici non davano informazioni di questo tipo a chi non era parente. Lei voleva firmare una delega per fare in modo che il personale sanitario potesse rivelargli tutto, ma i medici dicevano che non accolgono deleghe da parte di chi è sedato.
Clementina Antonietta Callegari Mortara era stata ricoverata il 21 marzo 2025 per bronchite ed è morta il 1° aprile 2025 dopo 12 giorni e 11 notti legata al letto e sedata nell’Istituto Clinico Città Studi di via Jommelli 17, a Milano, anche denominato "Istituto Clinico Città di Milano", ospedale privato convenzionato con la Regione Lombardia, ex Clinica Santa Rita.
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