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Milano, ospedale lager? Due ultranovantenni innocue legate al letto, una: "Ho tanta sete", l'altra: "Aiuto, liberatemi" - VIDEO

"Mi tengono legata, sono bloccata, aiutami, liberami", ripete una signora, mentre l'altra implora di poter bere dell'acqua; accanto ai loro letti c'è del cibo su un vassoio ma, essendo legate, le due pazienti non possono mangiare e nessun operatore sanitario entra nella stanza - 1a puntata del REPORTAGE de Il Giornale d'Italia

28 Marzo 2025

Due ultranovantenni ricoverate in un ospedale (lager?) di Milano sono state trovate legate al letto mentre chiedevano aiuto e imploravano di poter bere dell'acqua. "Ho tante sete, ho tanta sete, ho tanta sete", continua a ripetere una delle due anziane. "Mi tengono legata, salvami", continua a chiedere l'altra. Qualcuno ha ribattezzato la struttura "l'ospedale degli orrori".

Accanto ai loro letti, sul vassoio, c'è del cibo chiuso con la pellicola. Tuttavia, essendo legate e non potendo usare le mani, nessuna delle due può mangiare.

Milano, ospedale lager? Due ultranovantenni innocue legate al letto 

Una paziente ricoverata da tre giorni per fiato corto, bronchite e una complicazione cardiorespiratoria in un noto ospedale di Milano, di cui per il momento non riveliamo il nome, ha contattato un collega de Il Giornale d'Italia, suo conoscente, implorandolo di andare a "salvarla". "Aiutami, mi tengono legata, vieni a salvarmi, portami viaripete più volte in una telefonata -. Mi hanno bloccata sul letto, tutta una violenza, vieni subito, aiuto, vieni a prendermi". Nella telefonata ha ripetuto più volte, ininterrottamente, la parola "aiuto". Era molto agitata e spaventata, parlava a fatica a causa del respiro corto.

Quando il nostro collega si è recato sul posto, ha trovato la signora sdraiata con le braccia legata al letto. Nella stessa stanza, c'era un'altra ultranovantenne altrettanto legata, che continuava a chiedere aiuto e dell'acqua. "Mi aiuti, ho tanta sete, mi aiuti, mi aiuti, ho tanta sete", ripeteva.

Il nostro collega le ha detto di aver chiamato il personale sanitario, ma non arrivando nessuno, l'ha aiutata lui a bere avvicinandole alla bocca una bottiglietta di acqua con la cannuccia. Lei lo ha ringraziato moltissimo dicendogli: "Che Dio la benedica, resti qui".

Entrambe le signore avevano accanto al letto un vassoio con sopra il cibo. Cibo chiuso con la pellicola. Essendo legate, tuttavia, non potevano mangiare e nessun operatore entrava nella stanza per aiutarle.

Dopo aver suonato il campanello diverse volte, il nostro collaboratore ha deciso di andare a cercare il personale sanitario per chiedere informazioni. Ha chiesto ad un infermiere per quale motivo le due anziane, entrambe ultranovantenni e innocue, fossero legate e ha chiesto il permesso di slegarle.

Il personale sanitario: "Siamo stati aggrediti, abbiamo legato la signora e l'abbiamo sedata"; lei: "Non ho aggredito nessuno, aiutami"

Il personale sanitario ha riferito che la prima signora che si vede nel video avrebbe "aggredito gli infermieri perché voleva andare via dall'ospedale". "Ci ha aggrediti, quindi l'abbiamo legata e sedata col Valium". Sull'altra paziente nessuno ha voluto fare commenti.

Una volta tornato nella stanza, il nostro collega, prima di slegare i polsi alla signora, le ha chiesto: "Se ti slego, ti togli la cannula con l'ago?". Lei ha risposto: "No, perché dovrei toglierla?".

Allora lui l'ha slegata e l'ha aiutata a mangiare. L'ultranovantenne ha spiegato di "non aver aggredito nessuno", ha chiesto nuovamente aiuto e di essere portata via.

Il nostro collega ha parlato con una donna che era in visita in un'altra stanza e questa ha detto che anche suo fratello "viene tenuto legato".

Le due pazienti: "Aiuto, ci tengono legate"

Le due signore erano molto agitate quando erano legate e continuavano a chiedere aiuto. Una volta slegate dal nostro collega, entrambe si sono tranquillizzate e hanno ringraziato più e più volte.

La prima signora che appare nel video ha rivelato di "non mangiare da tre giorni, il cibo che viene portato è pessimo, tutto senza sale". Alla signora, ricoverata per respiro corto, bronchite e una complicazione cardiorespiratoria, è stato dato l'antibiotico come cura.

Dell'altra non sappiamo il motivo del ricovero. Quando il nostro collaboratore le ha slegato il polso sinistro, lei ha potuto bere da sola. Dalla sete che aveva, ha finito quasi due bottigliette intere di acqua. Per permetterle di mangiare, il nostro collaboratore ha dovuto slegarle anche il polso destro perché lei, da sola, essendo molto debole, non riusciva a slegarsi con la mano sinistra ormai libera. La signora non riusciva nemmeno ad aprire la pellicola che copriva i piatti. Quando il nostro collaboratore le ha slegato anche il polso destro, lei gli ha preso la mano e, delicatamente, gli ha dato un bacino, ripetendo ancora una volta: "La ringrazio, che Dio la benedica".

Ci chiediamo per quale motivo due signore così anziane, deboli e innocue, debbano essere legate a polsi e gambe. Visibilmente non erano in grado di mettersi in pericolo, di strapparsi le cannule, di scendere dal letto (che comunque era dotato di sbarre). Erano molto agitate solo quando erano legate, erano spaventate. Ma una volta slegate, erano molto tranquille e hanno mangiato.

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