29 Marzo 2025
Continua il reportage de Il Giornale d'Italia in un noto ospedale (lager?) di Milano, dove una ultranovantenne, ricoverata per bronchite, è stata prima legata al letto, poi slegata (ma ha ancora i lacci ai polsi anche se non più attaccati alle sbarre) e sedata al punto da non riuscire più a parlare. Nella mattina del 29 marzo 2025 la donna ha contattato un nostro collaboratore urlando: "Aiuto, portami via", come accaduto nei giorni precedenti, quando lo implorava di andare a slegarla. Poche ore dopo, al suo arrivo, lui l'ha trovata sedata, incapace di dire una parola in modo comprendibile, quasi nuda con le coperte completamente tirate giù. Lei era lucida al suo ingresso nella struttura, ora non è in grado di intendere e di volere. Qualcuno ha ribattezzato la struttura "l'ospedale degli orrori".
Sul vassoio accanto al letto della signora c'è del cibo. Ma come fa a mangiare, peraltro da sola, in quelle condizioni?
Vi avevamo raccontato della visita di un nostro collaboratore a una sua cara conoscente in un ospedale ospedale di Milano, un Istituto privato convenzionato con la Regione Lombardia, di cui per il momento preferiamo non rivelare il nome. La signora, una ultranovantenne, è stata ricoverata per respiro corto e bronchite. Il giorno del suo ricovero, l'anziana ha chiamato il nostro collaboratore urlando: "Aiuto, vieni a prendermi, mi tengono legata, tutta una violenza". Giunto sul posto, lui l'aveva trovata effettivamente con le braccia legate al letto, esattamente come un'altra ultranovantenne presente nella stanza. Per tutto il tempo in cui lui è stato lì, nessun operatore sanitario è giunto sul posto. Ma entrambe le signore avevano bisogno di assistenza. Una continuava a chiedere: "Aiuto, ho tanta sete, ho tanta sete, mi aiuti". Il nostro collaboratore l'ha aiutata a bere dell'acqua con una bottiglietta dotata di cannuccia.
Poi è andato a cercare il personale sanitario per chiedere informazioni e un infermiere ha spiegato che la sua conoscente ultranovantenne era stata legata perché "li aveva aggrediti". Dell'altra paziente non sono state fornite spiegazioni.
Dopo aver chiesto il permesso di poter slegare le due anziane, il nostro collaboratore è tornato in stanza e ha slegato i polsi ad entrambe, le quali lo hanno ringraziato moltissimo. "La ringrazio, che Dio la benedica, resti qui per favore", ha detto una prendendogli delicatamente la mano e dandogli un bacino. L'altra ha affermato di "non aver aggredito nessuno".
Nella mattina del 29 marzo 2025, l'ultranovantenne ha ricontattato nuovamente il nostro collaboratore chiedendo ancora aiuto e implorandolo di "andare a prenderla per portarla via". Poco dopo quella telefonata, lui ha provato a richiamarla, ma il telefono della signora è risultato spento e lui non ha più potuto parlare con lei. L'atro cellulare, invece, è stato messo in modalità aereo. Da chi e perché? Il telefono che risulta spento si è scaricato o è stato spento? Perché non è stato ricaricato?
Giunto nella struttura poche ore dopo, ha trovato la donna sedata al punto da non riuscire a proferire una parola in modo comprensibile, incapace di rispondere alle domande, incapace di dare risposte, quasi nuda (indossava solo una canottierina e un pannolone) senza coperte. Le coperte, come si nota nel video, sono completamente abbassate, ma lei in quelle condizioni non è in grado di tirarsele su. La donna prende la mano del nostro collaboratore e cerca di dirgli qualcosa che tuttavia risulta incomprensibile.
Accanto ai letti di entrambe le pazienti si vedono vassoi con sopra del cibo e molte bottigliette d'acqua. Tuttavia nessuna delle due è in grado di mangiare da sola. Una per bere ha dovuto chiedere aiuto al nostro collaboratore, non essendo in grado nemmeno di allungare il braccio per prendere da sola la bottiglietta. L'altra, così sedata, non riesce nemmeno a parlare, figuriamoci a mettersi seduta per poter mangiare in sicurezza senza soffocare.
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