13 Giugno 2024
Fonte: instagram
Chiara Ferragni "ha licenziato" lo storico manager e amico Fabio Maria Damato. L'addio ufficiale è stato comunicato con una nota delle aziende Fenice e TBS Crew: "A partire dal 16 giugno 2024, Fabio Maria Damato cesserà dalla funzione di direttore generale e consigliere di entrambe le aziende per perseguire altre opportunità professionali. Il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale". La spaccatura tra l'influencer e il manager sarebbe iniziata dopo l'esplosione del caso Balocco.
Aria di cambiamenti nelle aziende Fenice e TBS Crew. Una nota ufficiale parla di "rinnovamento aziendale" e, secondo le ultime indiscrezioni, una volta "silurato" Fabio Maria Damato sono in arrivo altri due supermanager.
La liquidazione di Damato sarebbe piuttosto importante e ammonterebbe a circa 4 milioni di euro, ma lui ha smentito. Il manager e la Ferragni, oltre a lavorare insieme, sono stati anche amici, ma negli ultimi mesi il loro rapporto si sarebbe complicato soprattutto dopo l'esplosione del Pandoro Gate. A causa sua vi sarebbero stati diversi litigi tra i Ferragnez, ormai ex, e gli scontri non sarebbero mancati tra il rapper e il manager stesso. Secondo diverse indiscrezioni, Fedez non avrebbe approvato in più occasioni l'operato di Damato, secondo lui tra i colpevoli della gestione del caso Balocco.
Fabio Maria Damato sarebbe stato licenziato nell'ottica di un "rinnovamento aziendale". Alchimia, il primo azionista della srl con il 40%, facente capo a Paolo Barletta, ha distaccato un proprio manager, Lorenzo Castelli, con competenze commerciali, come rivelato da Il Messaggero. Castelli si aggiunge ad Alessandro Marina, un consulente molto noto sulla piazza della moda milanese che alcune settimane fa, è stato voluto dalla Ferragni con i compiti di riallacciare i rapporti commerciali indeboliti dal caso Balocco, dalle uova di Pasqua e non solo.
L'ex manager di Chiara Ferragni si è difeso smentendo la notizia del licenziamento: "Non licenziato, ho lasciato io. Mai preso stipendi da favola". Poi ha aggiunto che non c'è stata alcuna "buonuscita da favola, non è un cambiamento deciso dall’azienda”. “Ho deciso di dare le dimissioni dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, non sono stato licenziato” e “non ho richiesto nessuna liquidazione aggiuntiva, tanto meno da 4 milioni di euro, e nulla in più mi è stato versato se non gli oneri previdenziali spettanti di legge a qualsiasi lavoratore dipendente”.
Se in quelli che lui stesso definisce “mesi difficili” era rimasto in silenzio “visto il rispetto per le persone, le gerarchie e per le aziende per cui ho lavorato”, ora ritiene sia giunto il momento di dire la sua, esprimendo comunque la propria gratitudine a “Chiara Ferragni che più di sette anni fa mi ha chiamato per supportarla nell’evoluzione del suo progetto di business credendo nella mia visione”.
La decisione di separare la sua strada professionale da quella delle aziende di Ferragni è stata presa lo scorso febbraio, ma “ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non abbiano visto il mio coinvolgimento”.
In questo momento “non mi è permesso entrare nel merito del caso pandoro”, ma il manager si dice “amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro” e spiega che “mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che si sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e di conseguenza i loro posti di lavoro”.
Dopo quest’esperienza quindi “esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito - ha aggiunto - specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come persona e capo e per la quale l’onestà, la dedizione e l’affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione”.
Il manager è nato a Barletta, Puglia, e si è laureato in Economia aziendale alla Bocconi. Faceva parte del gruppo di Ferragni dal 2017. Era il braccio destro dell'influencer e nelle sue aziende ha ricoperto ruoli fondamentali, come quello di general manager di The Blonde Salad e Chiara Ferragni Collection. Il rapporto fra due, che era anche di amicizia oltre che professionale, si sarebbe incrinato a seguito del caso Balocco e delle altre vicende legate a iniziative di beneficienza.
La sua uscita dal gruppo segue la svolta già messa in campo da Ferragni con la nomina della madre, Marina Di Guardo, a direttore generale della Sisterhood, che oggi avrebbe proprio i poteri gestionali che prima erano di Damato.
Il manager è sempre stato centrale non solo nella gestione economica delle aziende, ma anche nelle scelte degli outfit dell'influencer come emerge anche dal documentario "Chiara Ferragni Unposted", di cui Damato è uno dei produttori esecutivi.
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