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Banca Generali corre a Piazza Affari, titolo sui massimi, +30% nel 2025; raccolta record oltre 7 miliardi di euro

Una crescita che vale il 1.526% dal debutto in Borsa, masse in gestione sopra i 110 miliardi e un total return per gli azionisti superiore al 400% dal 2016, la banca del Leone continua a "sovraperformare" il mercato

18 Dicembre 2025

Banca Generali corre a Piazza Affari, titolo sui massimi, +30% nel 2025; raccolta record oltre 7 miliardi di euro

Gian Maria Mossa, AD Banca Generali

Banca Generali si appresta a concludere il 2025 in forte crescita a Piazza Affari: il titolo viaggia sui massimi e registra un progresso vicino al 30%, dividendo incluso. Questo risultato si inserisce in un contesto particolarmente favorevole per la Borsa Italiana, che si colloca tra i migliori listini europei grazie soprattutto al rally del comparto finanziario e alla brillante performance di alcuni titoli industriali, come Iveco e Telecom, che sulle aspettative di rilancio hanno più che raddoppiato il loro valore.

Nonostante la volatilità per le incognite legate al risiko bancario durante l’estate la banca del Leone s’è distinta nuovamente per la crescita solida dei flussi di raccolta verso il record oltre i 7 miliardi di euro, e delle masse che han superato i 110 miliardi di euro.

Dati alla mano non si può dire che il progresso del 2025 sia un’eccezione, avendoci abituato ormai da anni alla leadership per ritorno agli stakeholder e creazione di valore.

Andando indietro infatti di poco più di un decennio, dall’arrivo di Gian Maria Mossa tra le fila della banca fino a prenderne le redini nel 2016, la società ha praticamente quadruplicato le proprie dimensioni, in termini di AUM, e guidato un total-return per gli azionisti di oltre il 400%. Di fatto sovraperformando sia rispetto a Piazza affari sia rispetto allo stoxx 600 europeo.

L’analisi diventa ancor più emblematica andando indietro negli anni fino al debutto in Borsa nel novembre del 2006. In questo caso la performance brucia tutti i rivali nel settore bancario e tra gli asset-gatherers segnando un guadagno di ben il 1.526%, ovvero il 76% medio annuo.

Grazie alla crescita del modello di consulenza per la pianificazione finanziaria nel wealth management e al valore della relazione di fiducia combinata all’innovazione digitale, la banca triestina ha fatto breccia nel mercato e nel segmento del “private” di cui oggi rappresenta la terza realtà del Paese. Il passo in avanti con l’acquisizione di Intermonte apre poi ad orizzonti ancor più significativi nel dialogo con gli imprenditori che non sono sfuggiti agli occhi attenti degli investitori: come dimostrano i massimi storici del titolo in questi giorni.

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