18 Dicembre 2025
Simon Hunt, CEO Campari e Marco Ferrari, CEO Illva Saronno Holding
Campari ha raggiunto un accordo per la cessione dei marchi Averna e Zedda Piras al gruppo Illva Saronno Holding, proprietario dell’amaretto Disaronno, per un valore complessivo di 100 milioni di euro. L’operazione rientra nel piano di razionalizzazione del portafoglio avviato dal gruppo, che manterrà invece il marchio Braulio, destinato a restare l’unico amaro nel perimetro Campari.
Con questa transazione, Campari prosegue la strategia di dismissioni avviata negli ultimi mesi. Dall’inizio di ottobre il gruppo ha già incassato 210 milioni di euro, includendo la vendita di Cinzano per 100 milioni, il riassetto della piattaforma di e-commerce Tannico tramite joint venture paritaria e la cessione di uno stabilimento produttivo in Australia avvenuta a marzo.
I marchi Averna e Zedda Piras hanno registrato, nei dodici mesi chiusi a settembre, 26 milioni di euro di vendite nette, concentrate prevalentemente sul mercato italiano, con un margine di contribuzione pari a 17 milioni. Averna è presente anche sui mercati di Germania, Stati Uniti e Austria. Questi quattro Paesi rappresentano complessivamente circa l’85% delle vendite nette dei due brand. Il mirto Zedda Piras mantiene invece una distribuzione focalizzata principalmente sul mercato nazionale.
L’operazione prevede la costituzione di una newco alla quale saranno conferiti i business di Averna e Zedda Piras. Il perimetro include la proprietà intellettuale, il magazzino, alcuni dipendenti, l’avviamento, i contratti in essere e gli stabilimenti produttivi di Caltanissetta per Averna e di Alghero per Zedda Piras. Il closing, con Mediobanca nel ruolo di advisor, è previsto entro la fine del primo semestre del prossimo anno ed è soggetto ai consueti meccanismi di aggiustamento del prezzo.
Averna e Zedda Piras erano entrati nel portafoglio Campari rispettivamente nel 2014 e nel 2002. La revisione del portafoglio riguarda complessivamente oltre 70 etichette, con circa 30 marchi potenzialmente destinati alla dismissione, pari a circa il 9% del fatturato consolidato del gruppo. Il 40% del fatturato resta concentrato sui marchi core degli aperitivi e degli analcolici, mentre ulteriori razionalizzazioni sono previste in mercati internazionali selezionati, a partire dall’America Latina.
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