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Carloni (Commissione Agricoltura): "Riconosciuto il ruolo dell'Italia nella produzione primaria, nella trasformazione e nella somministrazione"

Il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera è stato intervistato da Il Giornale d'Italia in occasione del tradizionale appuntamento dedicato alla degustazione dei prodotti tipici regionali

18 Dicembre 2025

L'Onorevole Mirco Carloni è stato intervistato da Il Giornale d'Italia in occasione del tradizionale appuntamento dedicato alla degustazione dei prodotti tipici regionali, organizzato e promosso dalla Commissione Agricoltura della Camera. Durante l'evento è stato anche celebrato il recente riconoscimento della cucina Italiana come patrimonio immateriale UNESCO.

Quali sono le sfide e le opportunità per l'agricoltura italiana nei prossimi anni?

L'opportunità è sicuramente quella di riuscire ad avere un atteggiamento favorevole nei nostri confronti, proprio perché a livello internazionale viene riconosciuta all'Italia una primazia, non solo nella produzione primaria, ma anche nella trasformazione, così come nella somministrazione. Il rischio è sempre lo stesso, ovvero l'omologazione. Altro rischio sono le burocrazie steriliche qualche volta piombano nel sistema produttivo e vengono fatte laddove non c'è un vero buon senso e dove non c'è nemmeno competenza. Abbiamo letto delle direttive strane, stravaganti, intrise di un ideologismo ambientale che nulla hanno a che fare con il nostro sistema produttivo, con l'eccellenza e anche con i nostri interessi.
Quindi c'è una barricata da tenere viva, che è quella solida, quella che ci ha visto difendere il sistema allevatoriale di fronte alla carne coltivata sintetica e ci ha visto difendere la cultura del sistema allevatoriale in generale, quando lo si voleva far passare per un elemento distorsivo dell'ambiente; così come così come sul Mercosur con le nostre posizioni che hanno corretto diverse direttive o comunque con l'ultima riunione, dove il ministro Brigida è riuscito ad allentare alcune delle restrizioni che penalizzavano la pesca italiana a favore della pesca a noi vicina. Un altro rischio sono alcune regole burocratiche che certe volte distruggono il nostro sistema produttivo ma non tutelano l'Italia dall'acquisto di quei prodotti stessi che utilizzano quelle cose che noi chiediamo ai nostri produttori ma non siamo in grado di fermare in termini di importazione.

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