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Covid in Cina, boom di contagi: l'80% dei medici e infermieri infetti chiamati al lavoro

I medici e gli infermieri sarebbero infatti nell'80% dei casi e, nonostante ciò l'abbandono dei test, ha reso impossibile il monitoraggio della situazione il personale dipendete costretto a lavorale anche se positivo

16 Dicembre 2022

Covid in Cina, boom di contagi: l'80% dei medici e infermieri infetti chiamati al lavoro

Coronavirus (fonte foto Lapresse)

Medici e infermieri costretti a lavorare nonostante la positività al Covid. A Pechino, dopo l'allentamento delle restrizioni, lʼ80% del personale sanitario sarebbe infetto ma in tanti sarebbero stati ugualmente richiamati al lavoro per far fronte alle esigenze dei reparti affollati. Solo nella giornata di mercoledì, 22mila persone sono entrate in pronto soccorso per febbre alta. Nella capitale il nuovo focolaio sta svuotando strade e uffici.

Covid in Cina, boom di contagi: medici e infermieri al lavoro anche se positivi

In tutto il paese sarebbero 8 mila nuovi casi, ma impossibile monitorare la diffusione per abbandono obbligo tamponi. Pechino parla di 5 mila morti in due anni, ma le vittime reali sarebbero 2 milioni. In diverse città ricominciate lezioni on line perché gli insegnanti si ammalerebbero di continuo.

Naturalmente i dati dispensati da Pechino confliggono con quelli ufficiali. Secondo il Guardian la Cina sud occidentale, nella provincia di Sichuan presenta una situazione completamente fuori controllo. Gli ospedali in stress e i medici malati che lavorano: "Ci sono 700, 800 persone con la febbre che arrivano ogni giorno", ha detto un medico.

Le scorte di farmaci starebbero per esaurirsi, come testimonia un altro medico di un ospedale locale: "Stiamo esaurendo le scorte di farmaci per la febbre e il raffreddore. Alcuni infermieri sono risultati positivi al test, non ci sono misure protettive speciali per il personale ospedaliero e credo che molti di noi presto verranno infettati".

Covid in Cina, per l'Oms l'esplosione è dovuta all'allentamento delle restrizioni

La popolazione è stata invitata, a non chiedere più l'assistenza sanitaria d'emergenza a meno che non sia strettamente necessario. Il capo dell'emergenza pandemica dell'OMS, Michael Ryan ha dichiarato che l'esplosione di covid era cominciata già da prima dell'allentamento delle restrizioni.  Il governo avrebbe continuato a imporre il lockdown, anche se l'economia sprofondava da mesi. Ma le proteste dei lavoratori che in caso di quarantena avrebbero avuto la decurtazione del salario e quindi la malattia non retribuita hanno fatto scoppiare una protesta che rischiava di trasformarsi in guerra civile, per questo il governo ha scelto la politica dell'allentamento delle restrizioni. 

Michael Ryan dell'Oms ha affermato: "C'è una narrazione secondo cui, in qualche modo, la Cina ha revocato le restrizioni e all'improvviso la malattia è andata fuori controllo, ma non è così", ha aggiunto presso la sede dell'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite a Ginevra. "La malattia si stava diffondendo in modo intensivo perché le misure di controllo di per sé non stavano fermando il virus", ha aggiunto.

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