14 Giugno 2021
Fonte: lapresse.it
Cosa succede in Afghanistan oggi? Dopo la decisione di terminare la missione militare nel paese, la Nato punta a costruire degli hub di riferimento per sostenere la formazione dell'esercito afghano, e lo fa guardando al Qatar, il paese a sud dell'Iraq spesso centro di contese in Medio Oriente. Non per niente il vicino iracheno ha bandito a gennaio 2020 la presenza di contingenti militari entro i confini nazionali. Ecco allora che si guarda al Qatar. In un'esclusiva diffusa dall'agenzia internazionale Reuters, un funzionario di alto livello dell'esercito afghano avrebbe dichiarato lo stato del dialogo con la NATO in un'ottica di sicurezza nella fase post 11 settembre, quando le truppe statunitensi lasceranno il paese.
"Stiamo discutendo per destinare una base in Qatar per creare un campo di addestramento esclusivo per alcuni membri delle forze afgane", ha detto l'uomo, che preferisce non rivelare l'identità in rispetto dei protocolli militari. A confermare la scelta del Qatar è anche la risposta di una fonte legata alla sicurezza Usa, che ha confermato "Abbiamo fatto un'offerta, ma spetta alle autorità del Qatar decidere se sono a loro agio con la Nato che utilizzerà il loro territorio come campo di addestramento".
A oggi sono ancora 7 mila le unità armate non statunitensi a trovarsi sul suolo afghano: molti di loro appartengono alla Nato, ma vi sono anche truppe di Australia, Nuova Zelanda e Georgia. Per ultimi dovrebbero andarsene gli americani, che oggi hanno ancora 2500 truppe sparse in diverse regioni dell'Afghanistan.
Ma la situazione non è serena: i combattimenti tra talebani e forze armate afghane sono ripresi con maggiore violenza rispetto agli ultimi mesi. A preoccupare è soprattutto lo stato dell'esercito afghano che, nonostante gli aiuti dall'estero, sembra trovarsi in grande difficoltà e rischia ora di rimanere isolato su un terreno difficile. Per questa ragione la base in Qatar sarebbe una soluzione per continuare la missione in Afghanistan senza coinvolgere la Nato direttamente nella regione, continuando a dimostrare appoggio politico alla causa della ricostruzione pacifica del paese.
Il disimpegno dell'Esercito Italiano è iniziato pochi giorni fa. L'8 giugno alla base di Herat si è tenuta l'ultima cerimonia di ammainabandiera, simbolo della fine di 20 anni in Afghanistan. Sono quindi in partenza anche gli ultimi 800 soldati italiani rimasti nel paese, mentre le operazioni di rientro sono iniziate già nei mesi precedenti.
Anche la missione italiana cadeva sotto l'ombrello della Nato, e non è escluso che future collaborazioni nella regione partano dal ruolo che l'Italia ha sempre svolto nell'organizzazione. "L'Afghanistan è una sfida ancora aperta, ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, dobbiamo continuare ad essere al fianco degli afghani. I nemici della pacificazione cercheranno di fermare questo processo e, quindi, continueremo a fare la nostra parte".
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