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Open Arms: Salvini a processo il 15 settembre

Il leader leghista è stato rinviato a giudizio e dovrà rispondere alle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio.

17 Aprile 2021

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Fonte: lapresse.it

Rinvio a giudizio per il leader del Carroccio Matteo Salvini sul caso Open Arms. A deciderlo, dopo l’udienza preliminare il nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, che ha indicato anche la data di inizio del processo: il 15 settembre.

Salvini: "Vado a testa alta"

Pronta la risposta del numero uno padano, affidata ai suoi profili social. “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l'Italia. Sempre". "È una decisione dal sapore politico più che giudiziario Mi spiace per i miei figli, ma non torno a casa preoccupato" ha detto ancora.

Bongiorno: "Vogliono venire in Italia perché qui possono costituirsi parte civile"

Oggi era toccato a Giulia Bongiorno, legale dell’ex ministro degli interni, prendere la parola: "La difesa della patria e delle sue leggi non limita i diritti delle Ong. Ma solo le scelte contro le regole. Né legge né diritto internazionali prevedono il rifiuto del pos perché sgradito. Le Ong vogliono venire in Italia anziché in Spagna e qui possono addirittura costituirsi parte civile”.

Perché non sono a processo anche Trenta e Toninelli?

Il divieto di ingresso della nave nelle acque italiane era stato firmato, anche, da altri due ministri, Toninelli e Trenta. “Non capisco perché qui c’è solo Salvini” ha sottolineato, con qualche ragione, la legale. Bongiorno si era appellata quindi al giudice: "Non consenta alle sentenze di prendere il posto dei voti" aveva detto concludendo il suo intervento, durato circa tre ore. Alla fine non è stata ascoltata ed il leader leghista dovrà affrontare il processo.

Il commento del senatore leghista Roberto Calderoli

"È veramente triste, in termini di giustizia, vedere una richiesta di archiviazione da parte del procuratore a Catania e vedere a Palermo, per fatti sostanzialmente identici, un rinvio a giudizio" ha dirlo Roberto Calderoli, vice presidente del Senato. "Mi spiace per Salvini perché un processo non lo si augura mai a nessuno, ma tanto di cappello per averci messo la faccia sia a Catania che a Palermo e soprattutto per aver rivendicato il suo agire giusto e corretto da ministro degli Interni nella difesa dei confini. Mi spiace che Salvini debba affrontare un procedimento secondo i tempi lumaca della giustizia italiana, un processo che durerà anni, mi spiace per lui umanamente, ma almeno in fase dibattimentale ci sarà l'occasione per far emergere i fatti alla luce in maniera evidente Male che ci sia un processo, bene che ci sia una fase dibattimentale per fare emergere il ruolo del presidente del Consiglio e degli altri ministri coinvolti. Ma non solo occorre ribadire il ruolo della politica che non può soggiacere a chi deve solo applicare le leggi e non deve fare valutazioni su decisioni che sono solo politiche".

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